«Un cuore grande così Ecco i miei Under 18»

MESTRE. Frammenti di felicità, a tinte granata: il PalaCrisafulli di Pordenone si trasforma in un’arena, pochi secondi in cui scoppia la gioia immensa per il titolo italiano under 18 d’Eccellenza. Tanto inseguito e agognato, raggiunto con un percorso perfetto, senza sconfitte nell’arco della stagione, soffrendo e sbuffando in Friuli, domando in finale un’indomita Virtus Bologna. Alberto Buffo e i suoi ragazzi hanno fatto centro, un titolo tricolore meritato, costruito nel tempo.
Frammenti di felicità che formano un film: Francesco Benedetti, responsabile del settore giovanile maschile della Reyer, schizza in campo e “ruba” alla terna arbitrale il pallone della finale, coach Buffo che taglia la retina e la infila collo, Visconti che afferra il trofeo per i vincitori e non lo molla un secondo, Simioni armato di coppa che va dalla nonna in tribuna e sui volti di staff e giocatori compare disegnato il tricolore. Con Walter De Raffaele, presente al Forum insieme al presidente Federico Casarin, ad abbracciare tecnici e giocatori, mentre il patròn Brugnaro ha telefonato al termine della finale.
In tribuna al PalaCrisafulli anche le tifoserie dell’8 Marzo Lorenz di Mirano a sostenere Criconia e Groppi e del liceo Bruno di Mestre per Antelli, effetto della Reyer School Cup. È il trionfo di Alberto Buffo, dopo tre finali perse (due con l’under 19 nel 2013 e nel 2014, una con l’under 20 pochi mesi fa), dei suoi assistenti Giacomo De Marchi e Alvise Turchetto, che hanno guidato spesso il gruppo quando il “capo” era impegnato con la prima squadra. Con Martino Criconia e Alessandro Simioni inseriti nel quintetto ideale delle finali tricolori.
«I ragazzi sono stati fantastici», ha sottolineato il coach granata, che ieri è partito per Bormio per frequentare il corso allenatori, «hanno vinto con il cuore, gli attributi, la capacità di soffrire e di far gruppo nei momenti difficili, giocando una finale con intelligenza sul piano tattico. È stata una vittoria fortemente voluta fin dal primo giorno in cui siamo arrivati a Pordenone».
Un trionfo che parte da lontano. «Sì, è vero. È il risultato realizzato con lo staff e la squadra, all’interno di un progetto avviato da tempo dalla Reyer con il settore giovanile nel quale sono arrivato sei anni fa. È uno scudetto costruito attraverso le sconfitte, perché per imparare a vincere bisogna anche saper perdere. Voglio fare una dedica particolare al gruppo del 1995, che due anni fa ha perso lo scudetto, che avrebbe meritato, sulla sirena a Udine. Glielo avevo promesso, questo tricolore è anche per loro».
Un gruppo eterogeneo con gli “indigeni” Luigi Hadim Ndoye e Simone Bergamo di Mestre, Joshua Pettenò di Marghera, Nicholas Groppi di Scorzè e Martino Criconia di Salzano, veneti come Alessandro Simioni di Cittadella o friulani come Giancarlo Cantone di Pordenone, ma anche giocatori che la Reyer ha portato in granata da fuori regione: Michele Antelli dalla Libertas Cernusco, Riccardo Visconti dal Don Bosco Crocetta, Federico Miaschi dal Cap Genova e il serbo Mihajlo Jerkovic dal Bc Danubium. Undici moschettieri per uno scudetto. E giovedì Antelli, Visconti e Simioni si vestiranno d’azzurro per il ritiro di Roseto degli Abruzzi dell’under 18 in vista degli Europei, dove ritroveranno Penna, Pajola e Oxilia dopo la finale di Pordenone.
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