Umana da guerre stellari con Christmas e Ruzickova
UMBERTIDE. Impiega 10’ la Reyer per scaldare i motori ma quando l’olio lubrifica bene il meccanismo la macchina di Liberalotto è letteralmente perfetta. Come i cavalli di razza le venete vincono alla distanza, concedono il terzo quarto alle avversarie che, però, scoppiano letteralmente negli ultimi 10’, seppellite dalla fatica fatta per rientrare fino al 30’.
Partita strana con un esito scontato solo in apparenza. Cominciano Tikvic, Moroni, Pertile, Simmons ed Agunbiade da una parte, Bagnara, Sandri, Ruzickova, Dotto, Fontanette dall’altra. Per 4’, quelli iniziali, infatti, Venezia non segna nessun canestro (4-0) con Tikvic che prende rimbalzi ed Umbertide che non crede ai suoi occhi. Cominciano i primi rimbrotti di Liberalotto ma il risultato non cambia. Anzi sono sempre le umbre a comandare (11-2 all’8’) con due miseri liberi di Christmas, ed il primo canestro su azione che arriva all’11° tentativo, quindi dopo 10 errori. Nel finale di tempo, però, Venezia ha un sussulto ed in 1’ riesce ad accorciare il divario. Nel secondo quarto Pertile continua a segnare (14-8) mentre le ospiti sia pur a fatica, rientrano con un parzialone dettato da due triple di Carangelo ed una di Pan. Risultato ribaltato al 13’ (18-19). Da questo momento in poi Umbertide inseguirà soltanto vedendo il fanalino di coda delle venete. Le umbre, a questo punto, non si aspettano l’entrata in scena della Ruzickova che in 4’ realizza 11 punti scavando un solco incredibile (20-35) fino a pochi minuti prima. Umbertide è in confusione, Venezia resta comunque in doppia cifra di vantaggio (29-39) chiudendo al 20’ sul 29-42 con un gioco da tre punti di Carangelo. Nella ripresa le orogranata controllano nel terzo quarto (38-47 al 24’) subendo soltanto nel finale la reazione delle biancoazzurre che accorciano a -5 al 30’ (52-57). Lo sforzo fatto, però, viene pagato a caro prezzo. Venezia, infatti, piazza subito un parziale tornando sul +10 (54-64) al 33’. E’ la svolta. . La Reyer taglia a braccia alzate il traguardo.
Marco Gasparri
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