Tutto vero, Oriago ora è in serie A
ORIAGO. La festa non deve finire. E per la pallamano Uisp Arcobaleno Oriago è appena cominciata. Con la vittoria contro Gridiron (33-21) Oriago ha conquistato la seconda promozione consecutiva accedendo alla massima serie della pallamano italiana, traguardo storico per una società che vent’anni fa iniziava i primi passi in questa disciplina e nel 2017-2018 giocherà con le migliori formazioni nazionali.
Un successo frutto della passione e del lavoro della società presieduta Mauro Lazzarin che, emozionato dopo la meritata vittoria dell’ultimo turno, elogia i suoi ragazzi e i suoi dirigenti che «hanno cominciato con me a praticare la pallamano e adesso hanno guidato questa squadra sino a raggiungere un sogno».
E adesso si possono già porre le basi per la prossima stagione. «Ma non ci snatureremo. Proseguiremo con la nostra politica, cioè quella di lanciare i giovani, e non acquistare campioni affermati. Anche perché questa squadra è a costo zero, nessuno percepisce qualcosa. C’è tanta passione e amore per questo sport. Ringrazio i tifosi che sempre hanno riempito la palestra di Mirano, con l’augurio che adesso qualcuno si accorga di noi e che si possa porre le basi per giocare a Oriago in un prossimo futuro».
Infatti quello del campo di gioco è un problema che rimane irrisolto per una società costretta a migrare per allenarsi e giocare tra Mirano e Padova. Anche il direttore sportivo Stefano Pesce che nell’euforia della promozione non vuole sentire parlare del prossimo anno ma vuole godersi l’attimo con i tifosi e la squadra festanti per il salto di categoria. «Sono stati fantastici, un gruppo che si è arricchito dei giocatori del Cellini e che adesso proveremo a riproporre anche la prossima stagione. Proprio tra qualche giorno con i dirigenti padovani discuteremo di questo».
Se il gruppo è stato determinante il merito è soprattutto dell’allenatore Giampaolo Leandri che ha saputo amalgamare due realtà diverse tra di loro. «Finalmente ho raggiunto un obiettivo che in tanti anni di attività non avevo mai conquistato. Nè da giocatore, nè da allenatore. Un emozione enorme, ancora non ci credo e ringrazio la squadra che mi ha regalato tutto questo».
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