Tutte le strade portano allo stadio Penzo in bus, vaporetto o a piedi non si sbaglia mai

Dal centro di Mestre, utilizzando i mezzi pubblici ci vogliono circa 50 minuti, ma c’è chi preferisce perdersi fra le calli
Davide Vatrella
Venezia - Stadio Penzo.Mestre, 22/05/2021.Lorenzo Pòrcile
Venezia - Stadio Penzo.Mestre, 22/05/2021.Lorenzo Pòrcile

/ venezia

Tutte le strade portano al glorioso stadio Penzo di Sant’Elena. Ci sono tanti modi per arrivare nell’estremità più orientale di Venezia. Lo stadio, costruito nel 1913 ancora prima dell’urbanizzazione del quartiere, dopo la Prima Guerra Mondiale, è ancora lì a festeggiare tutte le imprese del Venezia – l’ultima la promozione in Serie A – sperando che le delusioni siano per un po’ dimenticate.

il viaggio

Quando riapriranno gli stadi – si spera più del 20% attualmente consentito in Italia – i tifosi, a seconda da dove arriveranno, potranno sbizzarrirsi su quali mezzi usare. Prima che gli stadi fossero chiusi causa pandemia, tanti tifosi usavano la motonave, messa a disposizione dalla società, in partenza da San Giuliano. Circa 35 minuti di tranquilla navigazione sulla laguna per arrivare fino allo stadio sull’acqua. Ovviamente percorso a ritroso al termine della partita: giunti a San Giuliano, tutti nelle rispettive auto o sul tram che riporta i tifosi a Mestre, Favaro, Campalto, Tessera e nelle altre località della terraferma.

le altre opzioni

I tifosi, che vogliono essere più indipendenti, possono prendere il bus numero 4 o il tram da piazzale Generale Cialdini per dirigersi a Piazzale Roma. Con il tram ci si impiega 20 minuti, con il 4 qualche minuto in menoi. Chi proviene dalla zona di via Miranese può salire sull’autobus numero 7, usato anche da chi proviene da Mirano e Spinea (dal capolinea di Mirano ci vuole quasi un’ora per arrivare a Piazzale Roma ). L’autobus numero 2 è usato, invece, dai tifosi che abitano a Carpenedo, viale Garibaldi e via Piave. Da Carpenedo a Piazzale Roma ci vogliono circa 35 minuti. Si può scegliere anche l’auto privata, ma pochi tifosi si avventurano visto l’elevato costo dei parcheggi (28 euro il prezzo del garage comunale).

da piazzale roma

Arrivati al terminal per antonomasia di Venezia, un tifoso può scegliere o di salire sui mezzi acquei dell’Actv o di farsi una bella passeggiata a piedi lungo calli, campi e campielli che hanno fatto la storia. Il più pigro può salire a bordo del 5.2 (tempo media di percorrenza 29 minuti), oppure utilizzare il 6 (26’). Chi non ha fretta può salire su un vaporetto della linea 1 che impiega da Piazzale Roma a Sant’Elena 53 minuti. Chi arriva con il treno e sale su un mezzo acqueo impiega 4 minuti in più a seconda che s’imbarchi sulla linea 1 o sulla linea 5.2.

a piedi

Certo, se è una bella giornata di sole, farsi una bella passeggiata è impagabile, ovviamente con le giuste tappe ristoratrici nei tanti bacari della città. Senza soste, sia utilizzando il percorso della Strada Nova che quello di Campo Santa Margherita, Ca’ Rezzonico, Accademia, il tempo media di percorrenza è di 50-55 minuti. Forse quella della Strada Nova, andando per San Giovanni e Paolo, la Vigna e l’Arsenale, è un po’ più breve, ma sono ugualmente due percorsi impagabili che danno la giusta carica, anche atletica, ai tifosi.

da chioggia e cavallino

Anche a Chioggia i tifosi arrivano a Penzo per tifare Venezia. Prendendo la motonave da Vigo, con trasbordo sull’autobus Actv a Pellestrina, si arriva a Santa Maria del Maria. Quindi tutti in ferryboat per “toccare” gli Alberoni e poi ripartire alla volta di piazzale Santa Maria Elisabetta, al Lido. L’ultima tappa è un vaporetto della linea 1 che dal Lido porta i tifosi a Sant’Elena. Tempo di percorrenza: un’ora e mezza. Va un po’ meglio dal centro di Cavallino: un tifoso sale su un’autobus fino a Punta Sabbioni (15 minuti), da qui s’imbarca su una motonave della linea 14 (21 minuti) fino al Lido e da qui prende il vaporetto della linea 1 fino a Sant’Elena (altri 5’) per un totale di 41’ ). Ovviamente tutte le coincidente devono essere precise. Nessun tifoso giura, però, di sentire la “fatica” del tempo. —

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