Tre punti nella nebbia Buon Natale Venezia
INVIATO A BUSTO ARSIZIO. Buon Natale dal Venezia. Il messaggio parte dallo stadio “Speroni” di Busto Arsizio e arriva dritto dritto ai tifosi arancioneroverdi. I quali di una cosa possono essere sicuri: hanno una squadra di persone serie. Giocatori, allenatori, staff, e tutti quelli che stanno attorno. Michele Serena è un maestro nell’isolare le sue squadre dai diluvi, dagli tsunami, dai terremoti e da tutte le beghe calcistiche che possono capitare, lo dice la storia degli ultimi anni.
E così ecco che dopo una settimana di dubbi, incertezze, chiacchiere polemiche, rubli che non arrivano o che arrivano ma non bastano, burlette-stadio e progetti fantasma, ecco un gruppo che va in campo e fa una partita con una concentrazione, attenzione, diligenza quasi sorprendenti, se si pensa a qualche distrazione delle precedenti settimane. Il risultato, bello e limpido confezionato con il fiocco natalizio, è questo 2-0 che non fa una grinza in casa della Pro Patria. Una Pro Patria, invece, piena di problemi, vero, ma su un campo che spesso ha visto il Venezia uscire masticando il veleno. Come l’anno scorso, per esempio, o come quando Fofana una volta e Tramezzani un’altra volta fecero tornare in laguna gli arancioneroverdi con il mal di testa. Dunque 2-0 bello e possibile, costruito nel primo tempo e concretizzato nel secondo. Sbloccato da un rigore e timbrato da una botta di Magnaghi in contropiede, contro una squadra, la Pro Patria, andata in confusione nel momento chiave e, a dir la verità, non troppo aiutata da un pubblico che, almeno per questa partita, non aveva sentimenti natalizi. Se poi volete sapere tutto, ma proprio tutto, del secondo tempo, allora unitevi nella proposta di mettere la tecnologia in campo. Non solo per gli arbitri, ma anche in tribuna stampa. Perché del secondo tempo si è visto poco o niente. Anzi niente. Nebbia, nebbia, e ancora nebbia. Il nero del Venezia che diventa ombra, lo splendido rigaggio orizzontale biancoblù che si dissolve, accidenti, l’ha azzeccata solo l’arbitro, che con la divisa verde-pisello-evidenziatore era l’unico riconoscibile nell’ultimo quarto d’ora.
Sentite questa: chi ha fatto il fallo del rigore che ha portato al gol di Bellazzini? Il pubblico chiede lumi (?) ai giornalisti, i quali, pur avendone viste tante, non sono più le linci di una volta. Conciabolo tra colleghi, finché emerge un dato: chi ha fatto il fallo aveva le scarpe gialle, in uno di quei colori modernissimi che vanno attualmente: dunque Cannataro. Il rigore che porta il Venezia sull’1-0 e cambia il destino di questo sabato.
Poi la Pro Patria reagisce, sbaglia, pecca di generosità ma finisce male. Una palla lunga (lanciata da chi? chiedetelo alla nebbia) pesca Magnaghi sulla trequarti, un passo, un altro passo e voilà il 2-0 con il portiere che non ci arriva. Ecco la storia di un pomeriggio di un sabato da cani per il freddo, ma che si trasforma in festa di Natale per una squadra che in settimana ne ha vissute, sentite, lette di tutti i colori.
Fino a tapparsi le orecchie, concentrarsi sul pallone e farsi questo bel regalo. Il Venezia chiude bene questo 2014 e, purtroppo, non sa se il 2015 sarà meglio.
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