Testata all’arbitro, tre anni di squalifica
MESTRE. Più di tre anni lontano dai campi di gioco per una testata all’arbitro. È questa la punizione inflitta dal giudice sportivo del comitato locale di Venezia ad Harold Bruce Pendieua, giocatore del Pegolotte (Terza categoria, girone veneziano).
Tutto è successo domenica scorsa, in occasione della gara giocata dai neroverdi a Pellestrina. Al 43’ del secondo tempo Pendieua, espulso per “bestemmie e proteste”, perde la testa alla vista del cartellino rosso e si lancia, come recita testualmente il comunicato nella tarda serata di ieri dalla Figc veneziana «contro il direttore di gara colpendolo violentemente con la testa appena sopra il setto nasale, causandogli un fortissimo prolungato dolore e stordimento con momentanea perdita dei sensi».
Il direttore di gara resta a terra per tre minuti, ma una volta ripresosi non se la sente di continuare a dirigere l’incontro e manda tutti negli spogliatoi sul risultato di 2-1 per la formazione di casa. La botta ricevuta è davvero forte, tanto che l’arbitro ne risente ancora una volta decretata la fine dell’incontro e per questo viene , come spiega sempre il comunicato della Figc veneziana, “accompagnato con l’ambulanza del 118 al pronto soccorso di Pellestrina per accertamenti”. Una reazione violenta quella del giocatore del Pegolotte che ha spinto il giudice sportivo a comminargli una squalifica fino a tutto il 31 dicembre 2019, vale a dire più di tre anni senza potere scendere in campo. Resta da capire cosa farà adesso la società neroverde, se ad esempio deciderà di fare ricordo. In ogni caso, l’atto violento di Pendieua nei confronti del direttore di gara ha avuto conseguenze anche per il Pegolotte, che si è visto assegnare lo 0-3 a tavolino e un’ammenda di 50 euro.
Sempre in Terza Categoria un giocatore del Riva Malcontenta, Julian Cela, si è preso cinque giornate di squalifica per gravi offese all’arbitro: il giocatore, dopo essere stato espulso, cercava di aggredire il direttore di gara e non riusciva nel suo intento solo perchè era trattenuto dai compagni di squadra.
Offese discriminatorie all’arbitro. Elia Presotto, giocatore degli Juniores Regionali della Julia Sagittaria, rischia di ricordarsela a lungo la partita interna giocata (e persa 0-3) sabato scorso contro l’Altobello Aleardi Barche. Espulso sul campo, il bianconero si è infatti visto comminare dodici giornate di squalifica dal giudice sportivo regionale. I fatti risalgono al 3 dicembre e la motivazione riportata nel comunicato diffuso ieri spiega che i dodici turni sono stati assegnati per “reiterati insulti anche di contenuto discriminatorio e minacce gravi” nei confronti dell’arbitro della sezione di Portogruaro a cui era sta affidata la direzione dell’incontro. Calendario alla mano, se la Julia Sagittaria non farà ricorso e, soprattutto, se lo stesso non verrà accolto, Presotto sarà fuori per un lunghissimo periodo di fatto, precisamente fino al 25 marzo del 2017, quando è in programma per la Julia Sagittaria la trasferta di Jesolo.
La notizia del provvedimento comminato ha sorpreso profondamente la società bianconera, che magari si attendeva una squalifica nei confronti del suo tesserato, ma mai avrebbe immaginato una sanzione di questa entità. «Non chiedetemi adesso se faremo ricorso, sono ancora frastornato per quello che sta succedendo», spiega Luigino Canella, presidente della Julia Sagittaria, «tutti dobbiamo prenderci un po’ di tempo e decidere cosa fare. Una cosa, però, posso dirla già da subito: questa squalifica mi pare spropositata rispetto a quello che è successo in campo. E non parlo per sentito dire, visto che sabato scorso ero vedere la nostra Juniores al campo parrocchiale». Una breve pausa ed è lo stesso Canella, contattato telefonicamente nel primo pomeriggio di ieri, a raccontare come è maturata l’espulsione di Presotto.
«A un certo punto», racconta, «l’arbitro, che in precedenza aveva espulso un altro nostro giocatore, ha fatto ripetere tre volte un calcio di rigore in favore dei nostri avversari, che alla fine hanno segnato. Presotto sulle prime ha protestato in modo contenuto, poi devo ammettere che si è scaldato parecchio, tanto che avevo subito detto a chi era in campo di portarlo fuori dal rettangolo di gioco. Non siamo stati abbastanza veloci, vero, ma da qui a squalificare un ragazzo di nemmeno vent’anni per dodici giornate ne corre».
Maurizio Toso
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