Stone, commovente addio: «Tornerò, Venezia e la Reyer sono la mia seconda casa»
MESTRE. Non sarà mai un addio per Julyan Stone ( “Tornerò”), perché Venezia, la Reyer e i suoi tifosi sono la seconda casa del jolly di Alexandria. Non lo si vedrà più sul parquet con la maglia orogranata, magari farà capolino in curva tra qualche mese e nei tanti luoghi in cui è vissuto negli ultimi 8 anni.
Arrivò alla Reyer quasi per “caso”, perché Lorenzo Brown non passò le visite mediche, così Recalcati si dirottò su Stone, play anomalo, fuori dagli schemi. Un arrivo, due partenze, due ritorni, in mezzo due scudetti e una Coppa Italia, un feeling speciale con i tifosi, con i compagni, con Walter De Raffaele. Giocatore fuori dagli schemi, alla Reyer ha giocato play, guardia, ala, pivot, persona dalle mille sfaccettature, diretto, senza peli sulla lingua, ma con un cuore immenso. Come traspare dalla commozione sfociata nel video di saluto di quasi 19’, con tanto di lacrimoni a inondargli le guance: 270 presenze in gare ufficiali, quinto nella classifica di tutti i tempi nella Reyer, primo come assist distribuiti (796) e rimbalzi catturati (1446).
«Quando sono arrivato ero molto giovane, uno dei più giovani», ha ricordato Stone, «ma ho trovato un sostegno da Goss, Viggiano, Nelson, Jackson, quello che poi ho fatto io quando, passando gli anni, sono diventato uno dei più vecchi della squadra». Scorrono le immagini di gara-5 dei quarti contro Cantù, del trionfo su Avellino, dello scudetto contro Sassari. Pensieri rivolti a Haynes e Bramos soprattutto, il ricordo del padre (” Me ne sono andato solo per lui” ), gli occhi che si illuminano parlando del figlio (” È cresciuto qui” ), poi Casarin e Brugnaro (” Questo progetto continuerà a crescere” ) “De Raffaele? Non credo che nessun allenatore vincerà quanto ha vinto lui alla Reyer. Quello che abbiamo creato tra noi due, resterà irripetibile, potrà essere solo riprodotto. Merita una statua quando lascerà la Reyer”. Bye bye Julyan.
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