«Squadra da ripensare, con Baggio»
NOALE. Un anno sta per finire. Un 2015 per certi versi straordinario per la Calvi Noale. Ed è il momento di tirare le somme proprio con il massimo protagonista della storica promozione in serie, il presidente Marco Del Bianco che ha preso la società dalla seconda categoria per condurla sino alla quarta divisione nazionale. Un campionato iniziato sotto i migliori auspici e che ora vede l’undici di Soncin attraversare un momento di appannamento, che il numero uno di via Dei Tigli si augura di superare anche grazie all’arrivo della punta Antonio Baggio, ultimo regalo al reparto offensivo prima della chiusura del mercato invernale.
«Mi auguro che con l’arrivo di Baggio il nostro attacco si sblocchi. Ne avevamo proprio bisogno dopo la partenza di Damiano Mason e le ultime su Marco Viola. Il nostro centravanti non è in perfette condizioni fisiche e forse non sarà presente alla ripresa contro l’Este».
«Oltre alla sua assenza, alla ripresa della stagione il 6 gennaio dovremo rinunciare anche a Longato, che già non aveva fatto parte dell’undici contro il Fontanafredda, a Griggio squalificato e, forse anche a Coletto, quindi alla coppia di difensori centrali titolare. Una difesa da reinventare. Non è certo il modo migliore per affrontare il 2016, visto che comunque abbiamo concluso un’ottima prima parte di campionato. All’inizio abbiamo sfruttato dei risultati utili che ci hanno permesso di mettere tanto fieno in cascina, anche perché nelle ultime uscite non siamo stati così brillanti come nelle prime gare. Ma tutti sapevamo che la seconda o terza posizione, comunque le posizioni di vertice non erano quelle a cui potevamo ambire, soprattutto di fronte ad avversari così attrezzati come quelli di questo girone. Il nostro obiettivo rimane raggiungere quanto prima la quota salvezza per poter restare in categoria. Perché se dalla Promozione si può parlare di calcio, dalla serie D si può vedere il vero calcio. Ogni domenica, ogni turno che affrontiamo possiamo vedere e percepire l’idea di calcio e l’organizzazione che sta dietro ad una categoria nazionale. Tutta un’altra cosa. Un fascino particolare, un emozione indescrivibile ogni volta che si scende in campo, che premia di tutti gli sforzi fatti e che mi spinge a dire che cercheremo di fare il massimo per rimanere a questi livelli il più a lungo possibile». (a.t.)
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