Sogni, gol, promozioni e resta l’enigma stadio

Nel febbraio del 2011 il via dell’avventura in laguna per l’imprenditore russo «Sul piano dei risultati sono contento, anche la società è cresciuta tantissimo»

VENEZIA. «Non me lo ricordavo, me l’ha detto l’avvocato Alessio Vianello quando sono arrivato in Italia sabato. Il tempo passa rapidamente». Sorride Yury Korablin, presidente del Fbc Unione Venezia, che due giorni fa ha festeggiato il terzo anniversario della sua nomina a presidente. Un mese, quello di tre anni fa, vissuto a velocità sostenuta: il 10 febbraio la firma del preliminare d’acquisto con il patron Enrico Rigoni e l’annuncio delle dimissioni dell’avvocato Pizzigati dato prima alla squadra al Taliercio, il 15 la costituzione del nuovo Cda nello studio legale MDA dell’avvocato Alessio Vianello (Korablin, Samokhin, Venturini, Rigoni e Guerra), il 25 la creazione della Venice Football Academy, il 27 la prima partita da presidente contro il San Paolo Padova (2-1) al Penzo, infine il 2 marzo la presentazione in Municipio a Mestre. «Sul piano dei risultati sportivi possiamo essere soddisfatti» sottolinea il presidente Korablin festeggiando l’inaugurazione dell’Official Temporary Store in campo San Polo, «in due anni e mezzo siamo saliti dalla serie D alla Prima Divisione e adesso siamo in lizza per un posto nei playoff. La serie B? I risultati si conquistano sul campo e non con le parole, io ho chiesto ai giocatori di lottare per ottenere il massimo».

Cunico e Luppi, Sassarini e Favarin, Zanin e Sottili, adesso Dal Canto in panchina, Cinquini prima e Gazzoli adesso nella stanza dei bottoni, passando per la parentesi iniziale di Samokhin come amministratore delegato, poi l’ingresso di Carlo Trevisan alla guida della Venice Football Academy, due promozioni consecutive e il titolo di campione d’Italia dilettanti: sqiadra e società sono cresciute, e non poco, in questi tre anni. E non solo a livello di risultati ottenuti sul campo. Soprattutto con l’arrivo un anno e mezzo fa di Andrea Gazzoli, seguito la scorsa estate da Giammario Specchia, la nuova dirigenza ha avviato un percorso di modernizzazione della società, di integrazione sempre più radicata nel tessuto sociale. «I ritmi russi non sono quelli italiani» aggiunge Yury Korablin, «stiamo cercando di operare una sintesi tra le due culture, puntiamo a costruire una squadra di giovani che lavorino con entusiasmo. E dietro a ogni parola ci sarà sempre un fatto concreto». Il primo passo è stato il campo in erba sintetica al Taliercio (12 ottobre 2011), poi i progetti della Green Venice Arena e della Cittadella dello Sport a Tessera, ormai superati dagli studi successivi effettuati dai tecnici a cui si è affidato Korablin, poi la ristrutturazione della società, le iniziative per i tifosi (dalla Card alle facilitazioni d’ingresso e nei trasporti verso il Penzo, dalla nuova sede in via Torino all’Official Store) alla ristrutturazione del settore giovanile con la partecipazione di Luca Castagna e l’ingresso di Mattia Collauto. Resta il problema più grosso da risolvere: il nuovo stadio. Dovesse riuscire il salto in serie B attraverso i playoff, il cammino sportivo del Venezia di Korablin, già positivo adesso, assumerebbe contorni da impresa. I numeri, finora, danno ragione al presidente: 44 partite in serie D con 26 vittorie, 14 pareggi e 4 sconfitte, 34 in Seconda Divisione (16 vittorie, 11 pareggi e 7 sconfitte) e 21 in Prima Divisione (10 vittorie, 3 pareggi e 8 sconfitte). Da aggiungere, poi, post season (playoff e poule scudetto) e Coppa Italia, e sono altre 16 gare ufficiali (7 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte). Adesso bisogna completare l’opera fuori dal campo e i riflettori rimangono sempre accesi sul Quadrante di Tessera. «Forse a fine settimana avremo qualcosa da comunicare», ha detto sibillino Korablin sabato sera.

Michele Contessa

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