«Servono forze e idee, non le critiche»

«Di pacche sulle spalle ne abbiamo le casseforti piene: fanno piacere, certo, ma se servissero anche a pagare i conti sarebbe meglio». Sarcastico, il commento del presidente Sandro Trevisan, seguito alle voci che avevano lanciato la notizia delle dimissioni di tutta la dirigenza del club a poche ore dal match contro il Petrarca di sabato scorso. «Nulla di tutto questo, e ci tengo a chiarirlo una volta per tutte» racconta deciso Trevisan, al quarto anno di presidenza biancoceleste, «il CdA del Rugby San Donà è composto da quattro persone: io, il vicepresidente Gianfranco Dalla Mora e i consiglieri Angelo Mucelli e Valentino Finotto. Siamo tutti in carica da dieci anni consecutivi, io addirittura da quindici se considero anche i cinque del Rugby Educativo. Un periodo lunghissimo e molto faticoso, che ci ha dato soddisfazioni, ma anche un carico di responsabilità a volte durissimo da sopportare». Le parole, lucide ma spigolose, fluiscono con un tono senza incertezze, come la decisione di non ripresentarsi per un nuovo incarico: «La volontà di lasciare a fine mandato (il prossimo giugno, ndr) è irrevocabile, come del resto certificato davanti al notaio fin dal 2012» prosegue Trevisan, «nessuna sorpresa, dunque: è tempo che San Donà trovi dentro e fuori dal club le risposte alle tante domande che riguardano il suo futuro, partendo magari da chi trova modo di criticare una gestione portata avanti sempre nella massima trasparenza». Il riferimento è agli appunti mossi dal settore degli Old, composto da ex giocatori sandonatesi: «Le critiche ricevute venerdì sera durante l'assemblea dei soci sono irricevibili: potrà essere vero, come ci è stato fatto notare, che non si è fatto tutto il possibile per coinvolgere chi ha vestito i nostri colori nel passato, ma ogni iniziativa per allargare la base della società è stata sempre aperta a tutti». Una delusione, la posizione espressa dagli Old, che si accompagna agli scarsi risultati del progetto Investor-H, una sorta di azionariato popolare con quota fissa di 200 euro lanciato ad inizio stagione: «Al momento abbiamo 116 iscritti, di cui solo 30 gli ex giocatori. Se questo è il segnale di quanto la nostra comunità vuol stare vicino al Club, beh, le somme sono presto tirate».
E adesso che succede? «Succede che a fine stagione le cose dovranno cambiare per forza: servono forze fresche, gente con idee e motivazioni nuove. Comune, Provincia e tutta la città sono chiamati a fare ognuno la propria parte, per il bene di un patrimonio sportivo e culturale che non può e non deve essere abbandonato a se stesso. E se il nuovo CdA lo riterrà opportuno, da semplici consiglieri la nostra disponibilità c'è tutta fin da ora».
Gianluca Galzerano
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