Scherma, Cipressa diventerà il nuovo Ct del fioretto

di Simone Bianchi
MESTRE
È stato uno dei punti di forza della generazione di fenomeni veneziana del fioretto, è vicepresidente federale, e con ogni probabilità sarà lui a prendere le redini di una delle nazionali più vincenti della storia, diventando commissario tecnico azzurro della disciplina. Andrea Cipressa ci sta ancora pensando, ma allenare i campionissimi del fioretto maschile e femminile è comunque sempre stato un suo sogno. Partito con destinazione Russia Stefano Cerioni, sta già reggendo ad interim il ruolo, e il 14 gennaio potrebbe dire sì al Consiglio federale per traghettare il gruppo verso i prossimi traguardi. «Siamo in una fase molto delicata», esordisce l’olimpionico di Los Angeles, «nella quale con Cerioni è andato in Russia pure Bortolaso, mentre Tomassini è finito ad allenare in Francia. Perdite importanti per il nostro settore tecnico, ma sapremo reagire alla grande senza smettere di conquistare vittorie».
Il presente. «Cerioni era stata una mia scommessa che ritengo ampiamente vinta, viste le medaglie conquistate anche a Londra», dice Cipressa. «Capisco che dire di no a una offerta da 300 mila euro da parte della federazione russa era difficile, e noi non potevamo arrivare a tanto, avendoci più che doppiati nella proposta economica. Gli hanno affidato una McLaren, ma calcoliamo che qui in Italia Stefano guidava una Ferrari, e che è stato anche aiutato dalla qualità degli atleti di cui disponeva. Qui ci siamo tolti il gettone di presenza in Consiglio, c’è crisi e non ci sembrava neppure moralmente corretto sborsare cifre astronomiche che non ci potevamo permettere. Una scelta sofferta ma responsabile».
La vera forza. «È quella che c’è nel tessuto del nostro sistema sortivo della scherma, fatto di tante società e di grande formazione», precisa Cipressa. «Un sistema che viene prima delle persone e lo abbiamo già dimostrato quando partirono tecnici come Magro e Bauer».
Il futuro. Il 14 gennaio a Roma, Cipressa potrebbe dire il fatidico sì, ed è pronto dopo essere stato per anni anche capo delegazione azzurra. «Quando avevo smesso di tirare ci avevo pensato, poi ho preferito la carriera politica nello sport. Ci sto pensando di nuovo, gli atleti mi conoscono e non hanno pregiudizi verso di me. Dovrò lasciare la vicepresidenza, ma in fin dei conti è un’avventura che mi affascina pur restando un impegno non da poco. L’idea è quella di creare uno staff con chi è rimasto, coinvolgendo anche persone come Andrea Borella che, volente o nolente, sono state protagoniste con il Circolo Scherma Mestre. A Jesolo, ai tricolori giovanili dello scorso anno, mi sono reso conto che i tecnici erano quasi tutti ex mestrini. Il grande Livio Di Rosa ci trasmise l’amore per la scherma e ci ha portati a diventare grandi insegnanti».
Campionissimi. Il momento nel fioretto azzurro non è solo molto delicato per il sicuro cambio alla guida tecnica, ma anche perché dopo le moltissime vittorie ottenute, c’è il concreto rischio che subentri l’appagamento. «Un rischio reale con il quale si devono fare i conti», incalza Cipressa. «Valentina Vezzali è attualmente in maternità, ma rimane un monumento dello sport. Baldini non è soddisfatto dalla sua Olimpiade londinese, altri potrebbero tentennare, e si deve anche pensare ai giovani sui quali sempre abbiamo lavorato e che rappresentano il futuro. Abbiamo atleti splendidi, disponibili e veri campioni, ma comunque in questa fase ci vuole saggezza nella gestione».
Giovani. Le nuove leve sono sempre al centro delle attenzioni federali, ma nel prossimo collegiali delle nazionali maggiori a Norcia gli under saranno lasciati a casa. «Devono pensare anche allo studio e non possiamo stressarli eccessivamente. È giusto che non abbiano troppe pressioni ora, del resto la stessa federazione premia ogni anno gli studenti atleti che hanno ottenuto i migliori risultati anche a scuola. Non possiamo permetterci di bruciare il nostro futuro».
La famiglia. Cipressa non è solo il cognome di un grande campione, ma anche di una grande speranza del fioretto azzurro. Erica è la figlia dell’attuale Ct ad interim, e il ruolo al momento non lo vede proprio benissimo. «Mi ha chiesto di non accettare l’incarico perché teme che possano magari un giorno tacciarla di favoritismi», taglia corto il padre, «ma sulla pedana ci sali se fai accendere la lampadina, non se sei aiutata. Ad ogni modo vorrei che passasse un messaggio importante: la nostra federazione ha già vissuto momenti complicati in cui sembrava che precipitasse la situazione. Ma se va via un Ct si va avanti, e abbiamo tanti tecnici di enorme valore pronti a portare avanti i nostri campioni».
Nella foto: la scuola mestrina di fioretto. Da sinistra: Cipressa, Vaccaroni, Borella, Di Rosa e Numa
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