«Sarà un duro Sei Nazioni ma il gruppo è compatto»
MIRANO. «Credo che Francesco Minto non possa più giocare a rugby. Anche se troverà un medico che gli dà il via libera, finché sono presidente io non mi prenderò questa responsabilità».
Più che una considerazione, una sentenza, firmata dal numero uno della Federazione Alfredo Gavazzi lo scorso mese di marzo in una famosa intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Destinatario, un giocatore fortunatamente tornato ad essere nel frattempo uno dei perni inamovibili del Benetton e della nazionale azzurra.
«Preferisco non parlare di questo argomento, la questione non è ancora del tutto definita e al momento le mie energie sono concentrate sul rugby e basta. Ora come ora, sono semplicemente felice di essere nuovamente in campo e di sentirmi alla grande, il resto troverà la sua soluzione». Francesco Minto, miranese classe 1987, ricorderà certamente il 2014 come il suo “annus horribilis”, bloccato da un problema alle cervicali su cui andò a innestarsi una complicatissima vicenda medico-assicurativa risolta solo dopo molti mesi di forzata inattività.
«Un periodo molto duro, durante il quale non ho però mai smesso di allenarmi credendo ciecamente nel mio rientro, cosa avvenuta a Treviso a fine settembre e che adesso non vedo l’ora succeda anche al Sei Nazioni». Un torneo che vede l'Italia chiamata a confermare i segnali di ripresa evidenziati nei test-match di novembre dopo un tour estivo davvero disastroso. «Sappiamo che sarà difficile, a partire dalla gara di esordio con l’Irlanda che in autunno ha battuto Sudafrica e Australia», spiega il flanker biancoverde. «il gruppo è però compatto e consapevole che nell’anno della Coppa del Mondo la soglia di attenzione dovrà essere al massimo per tutti, sono convinto che faremo bene».
Irlanda, Francia e Galles all’Olimpico, poi le trasferte a Edimburgo e Londra. «La Scozia è in grande crescita, sbagliato pensare che quello è come al solito il test più alla nostra portata. Questa volta non ci saranno partite più facili di altre, di sicuro le tre all’Olimpico sono i nostri obiettivi principali». Treviso, intanto, sta lentamente trovando la propria identità dopo un inizio stagione davvero insidioso.
«Casellato pratica un rugby divertente da giocare, ma molto impegnativo e differente da quello cui eravamo abituati», afferma Minto, «in estate abbiamo cambiato molti giocatori, e la cosa positiva è che i ragazzi italiani arrivati stanno facendo benissimo, costruendo un gruppo su cui il club potrà contare a lungo». E fuori dal rugby, gli inseparabili amici di sempre. «Gori, Nitoglia, Campagnaro: compagni di squadra, ma anche persone con cui condivido le attività a sostegno dell'associazione La Colonna, e da poco anche la gestione del sito rugbyadventures.it, un blog dove raccontiamo le nostre passioni».
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