Sara Penzo operata al ginocchio «A presto, anche in Nazionale»
CHIOGGIA. La leonessa vuole tornare a ruggire, con grinta e forza di volontà tipicamente chioggiotta. Sara Penzo, portiere del Tavagnacco (serie A, calcio donne) e nel giro della Nazionale guidata da Cabrini nei giorni scorsi è stata operata a Chioggia per rimettere a posto il ginocchio sinistro, al quale si era gravemente infortunata alla prima di campionato, contro il Mozzanica a inizio ottobre. «È successo tutto dopo appena 30' di gioco» racconta «sono uscita in elevazione per recuperare un pallone e atterrando mi sono fatta male. Il dolore? Indescrivibile, che la cosa fosse grave se ne sono subito reso conto tutti, anche perché il rumore del mio ginocchio che faceva crac lo hanno sentito fino a centrocampo...». Se la passata stagione si era conclusa con la soddisfazione del trionfo in Coppa Italia, per ora l'annata sportiva di Sara Penzo si limita a soli 30', a un attimo di dolore terribile e, fino a pochi giorni fa, all'attesa per l'intervento. «Mi ero già fatta male a un ginocchio» ricorda ancora la n. 1 chioggiotta, «quando avevo diciassette anni mi ero fatta male a quello destro, tutto poi andò a posto. Anche stavolta sono stata operata dallo stesso chirurgo a Chioggia, di lui ho la massima fiducia. Quanto ci vorrà per tornare in campo? Dal momento dell'operazione circa quattro mesi».
Dall’ospedale ha voluto assistere in tivù allo spareggio dell'Italia contro l'Olanda per l'accesso ai Mondiali del 2015 in Canada, sfida conclusa con un successo (2-1) delle orange che ha chiuso le porte alle azzurre. Lei sperava di poter recuperare per ritrovare il posto in Nazionale e poi volare ai Mondiali, il primo obiettivo però resta quello di tornare prima possibile in campo. «Stare fuori è insopportabile» conferma Sara Penzo, «spero che questi quattro mesi passino in fretta, voglio poter tornare dare una mano al Tavagnacco nella parte finale del campionato. Se non ho fatto male i calcoli fra quattro mesi, quando dovrei essere pronta, c'è proprio la sfida con la Torres, la mia ex squadra, un appuntamento che non voglio mancare. Intanto mi godo la cosa più importante di tutte: l'affetto che tante persone di mi hanno dimostrato dal giorno dell'infortunio a oggi».
Maurizio Toso
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia