San Donà suicida, ora serve la grinta

A 5’ dalla fine i biancocelesti regalano una punizione davanti ai pali. Le Fiamme Oro ringraziano. Adesso c’è il Petrarca
Di Gianluca Galzerano

ROMA. Crudele, beffardo, grottesco con vaghi accenni horror: il finale della sfida più importante della stagione regala ad una Lafert ora sbattuta fuori dal salotto buono dei playoff un'amarezza indigeribile, per quegli ultimi, maledetti tre minuti che hanno vanificato un match non bello, ma fino a quel momento condotto con discreta lucidità.

A tre giornate dal termine e due sole lunghezze da recuperare per centrare le semifinali nulla è perduto, naturalmente, ma Jason Wright avrà il suo bel daffare per lavorare di psicologia sui suoi ragazzi in vista del fondamentale, pericolosissimo derby del prossimo turno contro il Petrarca.

Gara pesante e clima teso ancora prima del kick-off, quello sul terreno dei poliziotti, che nelle fasi iniziali muovono palla evitando i raggruppamenti. Elettrici soprattutto nelle gambe del centro neozelandese Anderson, la pressione in attacco è costante e al quarto d'ora la meta sembra fatta: gli avanti costruiscono una buona superiorità al largo ma la sventagliata si perde con l'ultimo passaggio a 5 metri dalla linea. Dotta legge benissimo e come un falco arpiona il rimbalzo vagante, alzando le frequenze per una fuga solitaria di 90 metri che vale il 5 a 0 poi convertito da Cornwell. Il XV di Presutti torna subito in campo avversario, ma la Lafert è presente nei punti d'incontro e sulle ripartenze sfiora il bis pesante in un paio di occasioni, trovando al 27' il piazzato di Cornwell. Il vento è nel frattempo sempre più influente nel gioco aereo e alla mezz'ora provoca una goffa indecisione tra Cornwell e Falsaperla che Benetti sfrutta per il 3 a 10. Il mediano di mischia trevigiano è il migliore dei suoi, e al 34' imposta l'abbrivio per la meta del 10 pari a firma Sepe che chiude la prima frazione.

Al rientro Lafert immediatamente pericolosa ma imprecisa, poi al 4' fallo di Filippetto davanti ai pali e primo vantaggio per i romani. Gli avanti di casa sono davvero ruvidi, ma al 10' sono i biancocelesti a sfiorare il bersaglio grosso con Anderson a placcare in bandierina la serpentina di Furlan. I sandonatesi sono in un buon momento e al 12' trovano il pareggio con Cornwell, annullato però 2' più tardi dal piede di Benetti. Al 20' episodio illusorio per gli ospiti, con Bernini a trascinarsi di peso i compagni fino alla meta di Koroi. Benetti è una macchina infallibile e al piede accorcia subito, ma San Donà è pericoloso e sfiora la terza meta smanacciando malamente solo l'ultimo passaggio.

Ultimi 5': San Donà ha una vena suicida e regala una mischia chiusa a tre metri dalla meta controllando malissimo un calcio alto. L'ingaggio è ottimo e la palla rubata, ma lo sviluppo è confuso e Koroi viene beccato in fallo davanti ai pali, con Benetti che trova il sorpasso chiudendo la contesa e allagando nel veleno un viaggio di ritorno verso il Piave mai così lungo.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia