Sagan fa il tris, record di vittorie

Dopo Richmond (2015) e Doha (2016) a Bergen lo slovacco “veneto” regola tutti, Trentin giù dal podio
epa06224120 Gold medalist Peter Sagan (C) of Slovakia, silver medalist Alexander Kristoff of Norway (L) and bronze medalist Michael Matthews of Australia react during the awarding ceremony of the Men's Elite Road Race at the UCI 2017 Road World Championship in Bergen, Norway, 24 September 2017. EPA/CORNELIUS POPPE NORWAY OUT
epa06224120 Gold medalist Peter Sagan (C) of Slovakia, silver medalist Alexander Kristoff of Norway (L) and bronze medalist Michael Matthews of Australia react during the awarding ceremony of the Men's Elite Road Race at the UCI 2017 Road World Championship in Bergen, Norway, 24 September 2017. EPA/CORNELIUS POPPE NORWAY OUT
BERGEN (Norvegia). Peter Sagan è il nuovo re dei re del ciclismo mondiale. Nessuno, prima di oggi e prima di lui, era riuscito a vincere per tre volte il titolo iridato nella prova in linea su strada: lo slovacco c’è riuscito a Bergen (Norvegia), ripetendo l’impresa di Richmond (Usa) nel 2015 e di Doha (Qatar) dell’anno scorso. Peter è il re indiscusso delle corse in linea e, ancora una volta, ha confermato di saper esorcizzare le pressioni della vigilia che lo davano favorito. Chi voleva la maglia iridata, anche a Bergen, doveva fare i conti con lui. Non a caso, Peter lo slovacco (cresciuto ciclisticamente sui colli del prosecco trevigiano) ieri alla partenza della prova in linea su strada da Rong, a nord-ovest di Bergen, era il più fotografato. «Non so cosa sia la pressione per me», ripeteva alla vigilia. Ricordando di avere scelto di correre «solo per divertimento». Un esempio? Quando Kwiatkoswki lo privò di un successo legittimo all’ultima Milano-Sanremo, Sagan disse: «A me interessa di avere dato spettacolo». Peter ha sfidato anche la cabala, vincendo il primo Mondiale senza la moglie, all’ottavo mese di gravidanza e impossibilitata a seguirlo. Katarina ha esultato davanti alla tv e Peter ha dimostrato di poter vincere senza di lei, dedicandole il successo. Il fotofinish gli ha dato ragione, privando Alexander Kristoff della possibilità di diventare profeta in patria, in un pomeriggio vissuto fra ambizione ed emozione. «Mi dispiace per lui e gli chiedo scusa: lo so che correva in casa», ha detto il neocampione del mondo. Che poi ha dimostrato la propria sensibilità, lasciandosi andare a un’altra dedica. «Domani sarebbe stato il compleanno di Michele Scarponi – ha detto Sagan – ho pensato a lui e alla sua storia triste, che mi ha molto colpito». Sagan ha vinto il terzo mondiale come Alfredo Binda, Rik Van Steenbergen, Eddy Merckx e Oscar Freire, tre mostri sacri del pedale. Nessuno prima di lui, però, era riuscito a salire sul tetto del mondo per tre volte di fila. L’ultima doppietta era stata quella di Paolo Bettini, fra il 2006 e il 2007, l’oro nel 2008 (conquistato a Varese da Ballan, davanti a Cunego – gli era sfuggito per poco. Proprio nel giorno della recita conclusiva. Sagan non ha fallito il tris e non era nemmeno difficile pronosticarlo, visto con quale spirito affronta le corse importanti. Kristoff ha dovuto accontentarsi dell’argento, l’australiano Michael Matthews si è preso il bronzo davanti al primo degli azzurri Matteo Trentin, reduce dal poker di successi alla Vuelta. A proposito di medaglie, l’Italia chiude il bilancio in positivo: sette allori, con due ori, tre argenti e due bronzi. Solo l’Olanda ha fatto meglio, 4 ori, ma solo 2 bronzi.


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia