Porto, un punto e tanti rimpianti
PORTOGRUARO. Un pareggio contro il Lecce non è mai da buttare via. Il problema è che il Porto, contro il Lecce, butta via la vittoria. Una vittoria che sarebbe stata limpida e meritata. Il momento chiave è il rigore che Marco Cunico si fa parare da Benassi, ma sbagliare è cosa umana di questo mondo e non si può buttare la croce addosso al capitano, autore tra l’altro di una buona gara. La sostanza dei novanta minuti invece si racconta in una prova di grande carattere da parte dei granata, abbastanza in equilibrio nel primo tempo, ma decisamente dominata nella seconda metà, quando ti aspettavi il ruggito della capolista e invece hai visto cuore e polmoni della squadra di casa, ora riavvicinata dalle squadre della zona playout. Resta il rammarico, dunque. Tanto rammarico, e a niente serve dire che ai punti avrebbe vinto il Porto. Bisogna buttare il pallone dentro, e in una partita in cui le squadre hanno tirato pochissimo in porta, quel rigore troppo molle resta messo di traverso come un boccone che sa di fiele.
Rimpasto. Madonna l’aveva fatto capire, serviva qualche cambio negli undici. In campo dunque la coppia Orlando-De Sena, Herzan a destra per Coppola, Altinier è squalificato, Corazza tira il fiato in panchina. Il tecnico ottiene una risposta importante: sul piano fisico la squadra c’è, il ko di mezza settimana contro la Tritium va in archivio come mercoledì storto. Resta il fatto che di domenica il Porto blocca le capolista (Trapani otto giorni fa e Lecce stavolta) e dunque a Monza lo spirito non è stato quello giusto. Ma torniamo al presente.
La partita. Ben studiata, si vede. Il Porto non concede spazi e cerca di tenere alto il ritmo. Questo porta ad aumentare la percentuale di errore, ma mette anche il Lecce nella condizione di limitare il suo gioco. Ben controllato Bogliacino, maggior libertà per Giacomazzi che però poche volte si avvicina all’area. Bene i due centrali difensivi del Porto, portieri in ferie. Ti aspetti il Lecce nella ripresa e gioca il Portogruaro. Buon per il Lecce che Toma sia costretto a portare Martinez al centro della difesa. Se bisogna trovare un difetto ai granata, forse sta nella mancanza di personalità, raramente qualcuno sui prende la responsabilità del tiro e quel passaggio in più finisce per rovinare tutto. Entra Pià, un fantasma, entra Tomi e rimedia espulsione-rigore, insomma il Lecce visto al Mecchia delude. Da salvare solo gli splendidi, colorati e tanti tifosi. Un anno fa a quest’ora erano in serie A, la passione non è cambiata.
Il rigore. Il risultato ruota attorno all’80’: cross di Cunico, braccio di Tomi, ne abbiamo visti di più clamorosi. Ma ci può stare. Il capitano va sicuro, ma il suo destro trova pronto Benassi che così, rispetto a Tozzo, si guadagna un voto. Parata, Cunico resta impietrito, fermo nei suoi cento gol. La carica dei 101, magari con una vittoria, è rimandata.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia