Porto addio Prima 1-2, salva la Tritium

I granata retrocedono, solo illusione il gol di Orlando
Carlo Cruccu
(CRUCCU) PORTOGRUARO 02/06/2013 MATTEO BOEM PORTOGRUARO (MAGLIA GRANATA) VS TRITIUM IL I¡ GOL DELLA TRITIUM
(CRUCCU) PORTOGRUARO 02/06/2013 MATTEO BOEM PORTOGRUARO (MAGLIA GRANATA) VS TRITIUM IL I¡ GOL DELLA TRITIUM

PORTOGRUARO. A volte ci si chiede cosa è giusto nel calcio. Niente filosofia, restiamo attaccati al pallone. Ma è giusto retrocedere in uno spareggio contro una squadra che in campionato ha fatto 18 punti in meno? «Così sono le regole» diranno quelli della Tritium, spiegando come si sono salvati pur arrivando ultimi in classifica, stessi punti del Treviso poi caduto in Seconda solo per il peggior punteggio nello scontro diretto. Comunque no, non è giusto. E la colpa non è della Tritium, ma di chi ha fatto queste regole. Della Tritium si può dire che si è presentata al Mecchia sapendo di essere sfavorita, ha giocato una partita con il cuore in mano, ha trovato due gol da fuori area e un portiere che nel finale ha parato anche l’imparabile. Meglio per loro.

Tutto storto. Nel giorno del dentro o fuori al Portogruaro girano tutte storte. Finisce 2-1 per la Tritium ed è una sentenza di condanna che fa male, una sentenza impietosa. Ma è anche vero che la retrocessione ha altre radici, non è semplice frutto di questa prima domenica di giugno. Inutile aggrapparsi alla penalizzazione, al rigore sbagliato, alle partite gettate al vento. Doveva andare così. Ma è anche inutile attaccarsi alle ragioni, falsi alibi, di questo pomeriggio. All’arbitro Maresca che ti fischia contro, al portiere Nodari che para l’impossibile nei minuti di recupero e anche prima. Poteva vincerla, il Porto, questa partita. Ma l’ha giocata male. Ha messo tanto cuore e buona volontà, questo va riconosciuto. Ma ha preso due gol da pollastri, ha fatto un primo tempo nervoso, non è riuscito a mettere ordine alle idee, buttando in avanti i palloni della disperazione quando c’era ancora tempo per giocare con un po’ di geometria. Ti capita una giornata balorda così durante il campionato, non succede niente; ti capita nello spareggio playout ed ecco il crollo del lavoro di una intera stagione, assieme al sogno di tante belle domeniche vissute negli ultimi anni della storia granata.

Uno-due micidiale. Portogruaro contratto sin dai primi minuti, la squadra sente il peso dell’impegno contro una Tritium che non ha niente da perdere. Da una ingenuità davanti all’area nasce un calcio di punizione, all’11’, Arrigoni sembra Pirlo e mette dentro una palla che pare telecomandata. Reazione, Cunico-Orlando-Altinier, la palla resta là e Altinier zompa sul portiere, che salva. Pochi minuti e il più giovane dei Bortolotto (Roberto) trova un destro da fuori che rimbalza e beffa Tozzo. E già si capisce che non è giornata.

Rabbia. Portogruaro nervoso, si è detto. Granata all’assalto, Tritium che si deve difendere con le buone o con le cattive, poi guardi l’elenco degli ammoniti e hanno tutti la maglia granata. La Tritium cerca di rompere il ritmo, il Porto si allunga, c’è sempre meno geometria e questo è un peccato perchè il tempo per l’impresa ci sarebbe. Al 18’ cross di Cunico, Pondaco batte a rete, tra rimpalli e respinte Orlando la tocca per ultimo e il gol è suo. Sarebbe riaperta, la partita, ma non va così. Grande Nodari su Altinier e De Sena, il Porto attacca ma non graffia, la Tritium solo in un caso gioca la carta del contropiede e non ottiene nulla, per cui decide di coprirsi e resistere, magari sgraffignando secondi preziosi con qualche manfrina che ci sta in queste situazioni. Si finisce con le acrobazie di Nodari, miracoloso, eroe mitico di questa squadra con il nome latino, capace di un doppio intervento da terra, su Cunico e Pondaco. E allora non c’è altro da fare.

Lacrime. Ai tre fischi del discusso Maresca scoppiano i sentimenti repressi dalla tensione. Lacrime granata e sfrenata gioia dei biancazzurri lombardi, in un finale che fino ad un mese fa nessuna delle due squadre avrebbe immaginato. La gente se ne va incazzata, scorrono immagini di Bocalon al Bentegodi, del gol di Altinier al Torino, di Cece Bravo unico granata sulle gradinate di vari stadi italiani. Il Porto volta pagina e ricominciare è dura.

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