«Porterò il Favaro in Tribunale»
FAVARO. Accusa e difesa, genitore contro società di basket, in mezzo un ragazzo che ama la pallacanestro e un nullaosta che non arriva. Mesi e mesi di discussioni, tra i dirigenti e il padre, così inizia la nuova stagione e le parti rimangono ferme sulle rispettive posizioni. Così si scatena l’ira del genitore contro la società di appartenenza del ragazzo: da una parte Enrico Costantini, il genitore autore di una lunga lettera-denuncia, dall’altra la Pallacanestro Favaro, società dove il ragazzo milita da nove anni.
L’accusa. «Prima di giungere a questa lettera, ho cercato tutti i modi possibili per arrivare a una soluzione silenziosa di buon senso civico». E poi Enrico Costantini parte in quarta, una lunghissima disquisizione scritta di cui si riportano le parti essenziali. «Nella totale consapevolezza che i ragazzi, nel complesso mondo delle regole dettate dalla giurisdizione sportiva, sono legati alle rispettive società dalla firma del cartellino, questo non giustifica la legalità e il prevalere di un concetto padronale nei confronti di bambini e ragazzi». Il ragazzo fa parte della squadra under 17 elite della Pallacanestro Favaro, la richiesta è di andare a giocare con l’under 17 d’Eccellenza dei Dolo Dolphins. «La dirigenza della Pallacanestro Favaro», scrive Enrico Costantini, «si ostina e impedisce al ragazzo di poter allenarsi e giocare nello sport che più ama, dichiarando al ragazzo che se rilasciano il nullaosta per il prestito, questo scatenerebbe un effetto domino per il quale altri atleti farebbero analoghe richieste», e «che se non giocano per la società Favaro essi possono cambiar sport e/o andare a giocare a bocce». Il finale della lettera è a doppia mandata. «Consiglio a tutti i genitori di documentare e far sottoscrivere alla società nel momento della firma del cartellino, la possibilità di rilasciare il nullaosta per non trovarsi un domani ad affrontare queste spiacevoli esperienze». E se non arrivasse il nulla osta? «Assumerei tutte le iniziative legali possibili, compresa quella di portare la società davanti a un giudice», conclude Costantini.
La difesa. «Questa storia si trascina ormai da mesi», ha replicato con pacatezza Ugo Battistelli, presidente del Favaro, «o scorso anno noi disputavamo campionati giovanili a livello provinciale e, su richiesta esplicita, abbiamo lasciato che il ragazzo andasse a giocare al Leoncino, che partecipava a un campionato elite, perché era giusto che potesse esprimere le sue potenzialità. A giugno abbiamo programmato la nuova stagione, sul campo o, attraverso una wild card, abbiamo avuto la possibilità d’iscrivere alcune squadre giovanili a tornei più competitivi, vedi l’under 17 elite. Non è vero che il ragazzo non può allenarsi o non può giocare con questa squadra. Gli abbiamo anche detto che può allenarsi con l’annata 1999, se non vuole farlo con quelli del 1998, ma è uno degli elementi di maggior interesse della squadra. Non possiamo abbassare il livello dell’organico, anche in segno di rispetto degli altri 14 giocatori che lo compongono. È un ragazzo che è con noi da tanti anni, ha iniziato nel minibasket, conosciamo il suo valore e crediamo che possa esprimere le sue qualità nella nostra società».
Michele Contessa
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia