Papi e Cisolla: «Noi, la grande Sisley e il mito Velasco»

I due campioni si raccontano a “Jesolo libri 2015” presentando l’opera di Dallari “La leggenda azzurra”
PRANDI VILLORBA SISLEY- VIBO VALENTIA VOLLEY SERIE A1 IN FOTO PAPI AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM
PRANDI VILLORBA SISLEY- VIBO VALENTIA VOLLEY SERIE A1 IN FOTO PAPI AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM

JESOLO. Nonostante i suoi 42 anni, Samuele Papi ha appena firmato un contratto che lo legherà per altre due stagioni a Piacenza in A/1. Diventerà così il giocatore più longevo della storia della pallavolo italiana. A 37 anni, invece, il trevigiano Alberto Cisolla ha sottoscritto un biennale con l’Atlantide Brescia, in A/2. Storie parallele quelle di Papi e Cisolla, due “mostri sacri” del volley azzurro che, in attesa di tornare a sudare in palestra, si sono ritrovati insieme a Jesolo. L’occasione è stata la presentazione del libro “La leggenda azzurra”. Scritto dal giornalista Lorenzo Dallari, attuale vicedirettore di Sky Sport, il libro narra la storia della nazionale maschile di pallavolo, che vanta il record di medaglie vinte, 57, dal primo bronzo agli Europei di Roma ’48 fino a oggi. Nel racconto, un capitolo importante è dedicato proprio a Papi e Cisolla. «Con la nazionale ho vissuto tante esperienze e sono state tutte bellissime. Ma una che ricordo molto volentieri riguarda la World League del 1997, quando vincemmo al Maracanazihno di Rio davanti a 25 mila spettatori», ha ricordato Papi, «eravamo una squadra di giovani perché i cosiddetti “senatori” stavano riposando. Vincemmo 3-1 e battere il Brasile davanti a tutto quel pubblico è stata una sensazione irripetibile. Ho imparato qualcosa da tutti gli allenatori che ho avuto, ma forse quello più determinante nella mia carriera è stato Julio Velasco. Quando nel 1994 mi ha chiamato in nazionale ero un giovane atleta e mi ha fatto capire tantissime cose».

Per Cisolla, invece, il ricordo più bello con la maglia azzurra è legato alla vittoria in rimonta sulla Russia all’Europeo 2005 a Roma. Oltre che alla nazionale, il nome di Papi e Cisolla è legato indissolubilmente alla stagione dei grandi trionfi della Sisley Treviso.

«Gli anni con la Sisley sono stati la parte più importante della mia carriera sportiva», ha spiegato Cisolla, «ho avuto la fortuna di giocare con tantissimi campioni, di vincere tanto e di vivere una squadra che in quegli anni è stata un punto di riferimento per la pallavolo mondiale. Aver fatto parte di quel gruppo mi riempie d’orgoglio. Piange un po’ il cuore a pensare che la Sisley non ci sia più».

«Io e Alberto eravamo ottimi compagni di squadra», ha aggiunto Papi, «facevamo lo stesso ruolo, anche se a me toccava coprirlo in ricezione, perché lui era più forte in attacco. Siamo sempre andati d’accordo e a Treviso abbiamo vissuto dei momenti spettacolari». Inevitabile il riferimento a Jesolo. «Tra noi trevigiani e Jesolo è stato un bellissimo matrimonio, prolifico anche come risultati», ha sottolineato Cisolla, «la località era uno dei nostri sponsor e al Pala Arrex giocavamo le partite di Champions League. Ci siamo tolti tante soddisfazioni». Nel corso della serata, organizzata nell’ambito della rassegna “Jesolo Libri 2015”, Dallari si è soffermato sugli aneddoti della storia del volley azzurro, ma non ha disdegnato un accenno all’attualità, con la clamorosa decisione del c.t. Berruto che ha cacciato quattro giocatori dal ritiro azzurro alla vigilia della final six di World League, colpevoli di non aver rispettato il regolamento interno. Tra questi anche Dragan Travica, capitano in occasione del match Italia-Australia giocato il 12 giugno a Jesolo. «Per la nazionale è un momento molto delicato, adesso bisognerà ricompattare il gruppo. Siamo alla vigilia di un appuntamento importante come l’Olimpiade, per cui non siamo ancora qualificati», ha commentato Dallari.

Giovanni Monforte

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