Palla avvelenata, che passione ora è uno sport vero e proprio

Tra le società iscritte al campionato femminile, c’è una squadra di San Donà «La nostra è una formazione giovane, per ora puntiamo a non subire troppo»
Alessandro Torre

Alessandro Torre / Mestre

Impossibile non avere mai giocato, almeno una volta nella vita, a palla avvelenata. Due squadre, una opposta all’altra. Obiettivo: colpire gli avversari, per eliminarli. È uno dei primi giochi con la palla che si fanno a scuola, forse anche prima del calcio. A differenza, però, di molti giochi che spesso finiscono direttamente nel dimenticatoio, la palla avvelenata ha avuto una sua evoluzione, che l’ha portata anche a cambiare nome: ora è dodgeball. E se la palla avvelenata (o prigioniera che dir si voglia), ha un valore importante per l’apprendimento motorio, nel dodgeball sono state introdotte regole per sostituire le azioni spontanee del gioco, trasformando il gioco in uno sport vero e proprio.

Le regole, in sintesi: ogni partita si compone di un numero variabile di set, dalla durata di tre minuti. Vince la partita la squadra che si aggiudica il maggior numero di set. Mentre vince il set la squadra che elimina tutti i giocatori avversari, oppure che ne elimina il maggior numero entro i 3 minuti della durata di ciascun tempo.

Il modo più comune per eliminare un avversario consiste nel colpirlo direttamente, senza toccare nulla prima. Ma è anche possibile eliminare il giocatore che lancia la palla, prendendola al volo.

Dove ci sono regole sportive ci sono campionati, come quello femminile, iniziato lo scorso dicembre e pronto a riprendere a febbraio. Campionato che vede tra i suoi protagonisti anche una squadra veneziana: il Bunkersport Dodgeball di San Donà, che nella prima tappa della stagione non è riuscito ad accedere alle semifinali, ma ha maturato l’esperienza per il prossimo turno.

«Siamo nate nel 2019 – racconta Alessandra Bidogia, presidente, allenatrice e giocatrice di dodgeball – ereditando l’attività delle “Ragazze del Dodgeball”, che prima si allenavano a Fossalta di Piave grazie alla polisportiva Fossaltina. Di quel gruppo, costituito da otto ragazze, sei giocano ancora con noi e adesso ci chiamiamo Bunkersport Dodgeball. Bunkersport nasce come atletica, da due anni abbiamo il dodgeball e da quest’anno abbiamo avviato il baskin, la pallacanestro inclusiva. Abbiamo iniziato con il dodgeball soprattutto per curiosità. Certo abbiamo scelto il momento peggiore, in piena pandemia. Adesso stiamo ripartendo. Siamo la squadra meno esperta, ma anagraficamente tra le più mature. Il nostro obiettivo è quello di subire non oltre 24 punti. Non puntiamo tanto a vincere, perché le avversarie giocano tra di loro da oltre dieci anni, ma a non subire troppo».

La squadra Bunkersport: Eleonora De Vecchi, Alessandra Bidogia, Barbara Casonato, Olya Leonova, Tetania Ovkinnikova, Samanta Borin, Cristina Cattarin, Jessica Giacomel, Susana Carolina Jimenez Menegaldo, Valeria Pasqualotto, Teresa Serafin, Allenatore: Andrea Robbia. A disposizione under 16: Antonio Gobbo, Victoria Faoro, Pier Vittorio Teso, Luigi Gobbo e Alberto Simonelli (Open maschile). —

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