«Ormai fa notizia comportarsi onestamente»
MARCON. Non si aspettava tanta attenzione, quasi da indispettirsi. Su un punto, però, Jenny Camilli non ha dubbi: andare a dire all’arbitro che non c’era il rigore era una cosa da fare, punto e basta. La fa semplice, la giocatrice del Marcon (serie B, calcio femminile) ma il suo gesto nel corso della sfida giocata domenica in casa dell’Imolese (vittoria 4-1 per Camilli e compagne) ha lasciato il segno, facendo subito il giro del web. È successo che al 23’ del secondo tempo, sul risultato di 3-1, Jenny Camilli, dopo essere finita a terra in area avversaria, si è avvicinata all’arbitro che aveva fischiato il rigore, dicendogli semplicemente che no, il rigore a favore del Marcon non c’era. Subito sono partite le strette di mano delle avversarie e l’applauso del pubblico per la attaccante classe ’95, terzo anno a Economia e Commercio a Ca’ Foscari a Venezia. «Se devo essere sincera» attacca l’intervista «non la capisco tutta questa attenzione e un po’ mi dà anche fastidio, comprese le voci che mi vorrebbero ospite negli studi di Sky. No, credetemi, non ho fatto nulla di straordinario, ho solo deciso che era giusto essere onesti. Il rigore non c’era, ero caduta sullo slancio senza che la mia diretta avversaria avesse colpa. Il mio non è un gesto eccezionale».
Non vuole essere considerata simbolo. «Gioco a calcio in serie B. I grandi dello sport sono altri. Chi? Beh, il nome che mi viene in mente è quello di Bebe Vio, lei è una grande campionessa, una donna simbolo dalla quale tutti abbiamo da imparare».
Se il cosa, ovvero la scelta di dire che il rigore non c’era, è noto, meno lo è come Jenny ha comunicato il tutto ad arbitro e avversarie. «Appena l’arbitro ha concesso il rigore» racconta, «ho visto tutte le ragazze dell’Imolese circondarlo per protestare. Ho capito la situazione, mi sono avvicinata al gruppo e, senza nemmeno pensarci, ho messo una mano sulla spalla dell’arbitro e l’altra su quella di una avversaria. Reazione immediata, l’arbitro mi dice “mi tolga le mani di dosso”, l’avversaria si limita a un “non mi toccare”. Vista la situazione resto calma e dico “Scusate, volevo solo dirvi che il rigore non c’è, nessuno mi ha toccata, poi fate un po’ voi».
L’arbitro non mi risponde, ma cambia idea e fa riprendere il gioco. Le ragazze dell’Imolese, in compenso, sono venute tutte a stringermi la mano. E lo stesso hanno fatto a fine gara molti loro tifosi».
Appassionata di calcio da sempre, tifosa dell’Inter, Jenny Camilli non si tira indietro davanti alla domanda più difficile: avresti fatto lo stesso con il risultato in bilico? «L’interrogativo ci sta tutto» ammette «ma è anche vero che il rigore che ci avevano assegnato era totalmente inesistente, in ogni caso sarebbe stato giusto dirlo. Il risultato può influire su una decisione, ma se fossimo stati sotto 0-1 avrei piuttosto preferito “cercare” il fallo dell’avversaria in area, come spesso si fa, piuttosto che vedermi assegnare un rigore che non c’è assolutamente».
Maurizio Toso
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