Olimpiadi 2020Micelli: "Quadrante da rivedere"

Dopo la bocciatura del Coni ora l’obiettivo è che Venezia diventi Capitale della Cultura
Olimpiade 2020, quadrante olimpico
Olimpiade 2020, quadrante olimpico
«Potremmo associarci al ricorso del Codacons al Tar contro la candidatura di Roma», se la ride il sindaco Orsoni, aggiungendo: «Ma è solo una battuta, per carità». Risata nervosa: a Ca’ Farsetti non è sbollito il fastidio per la bocciatura olimpica. Ma cosa resta nel setaccio dei grandi progetti? Senza fondi, l’incognita cresce.


Sulle polemiche d’inizio anno per la variante da 1,2 milioni di metri cubi di nuova edificazione sui terreni ex agricoli dell’area di Tessera - di proprietà di Save e Marco Polo, controllata del Casinò - era scesa la «pace olimpica»: ma ora? Che ne sarà del Quadrante?


La bocciatura olimpica potrebbe rivelarsi un’opportunità di ri-progettazione. «Quella è un’area con una precisa vocazione all’intrattenimento, un’area di sviluppo su scala metropolitana fondamentale», sottolinea l’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli, «ripartiremo dallo stadio-multifunzione, dalla nuova sede del Casinò (strategico per il Comune), dalle infrastrutture necessarie al terzo aeroporto d’Italia e, fondamentale, da un ragionamento sui collegamenti con il centro storico, necessari per rivitalizzare Castello e l’Arsenale: non parlo di sublagunare, perché sulla tecnologia si può ragionare, ma nel merito no. I collegamenti “fanno” una città: Parigi finisce dove finisce la sua metropolitana». «Per il resto, però, sulle attrezzature generiche previste a Tessera sono molto perplesso, convinto vadano riviste», prosegue Micelli, «non bisogna subordinare le cubature ad un mero calcolo economico, ma a una strategia di sviluppo sostenibile: il mio impegno è a non replicare funzioni esistenti altrove - terziarie come via Torino o logistico-portuali di ricerca come per Porto Marghera - sarebbe suicida. Capisco che ci sia diffidenza a pensare che si possano fare interventi di qualità, fatti con giudizio, con buone architetture», prosegue Micelli, «ma riappropriandoci - come amministrazione - delle procedure decisionali, si può fare: le opere saranno realizzate in project financing, ma saremo noi a dare le indicazioni. E non dimentichiamoci che comunque sono previsti ben 105 ettari a bosco. M’incontrerò presto con i vertici di Marco Polo per verificare lo stato degli atti, ma questa è una progettazione di sviluppo di un’area votata all’intrattenimento da concordare anche con Provincia e Regione, per le sue ricadute metropolitane».


«Le Olimpiadi erano il nostro Piano B», commenta Massimo Miani, presidente di Marco Polo, «ma noi abbiamo realizzato un Piano A di sviluppo dell’area che riparte proprio da stadio e Casinò e che siamo pronti a sottoporre al Comune anche subito».


Intanto qualche ultimo strascico polemico olimpico si registra. «Scegliere Roma è una decisione scontata, miope e conservatrice: è chiarissimamente il sintomo di un Paese in assoluta decadenza», ha commentato l’ex sindaco Cacciari, «c’è solo Roma, alla faccia della Lega e delle forze politiche cosiddette padane». E il sindaco Orsoni rilancia un’altra candidatura: «C’impegneremo a fondo per Venezia Capitale della cultura 2019, sperando di non dover avere a che fare con un altro Coni».

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