Nuovo stadio, Korablin comprerà i terreni
MESTRE Yuri Korablin ha rinunciato al diritto di recesso, e quanto prima passerà all’acquisto definitivo dei terreni destinati, per ora solo sulla carta, alla costruzione del nuovo stadio del Venezia nella zona del Quadrante di Tessera. Il numero uno russo lo ha fatto attraverso i propri legali che, negli ultimi giorni, hanno scritto agli avvocati che rappresentano il costruttore Giulio Sabbadin, proprietario appunto dei terreni che erano stati opzionati dal presidente del Venezia ancora nel marzo scorso. Una notizia che era sicuramente molto attesa dai tifosi del club arancioneroverde, ma anche dal Comune che in questi ultimi nove mesi è rimasto alla finestra in attesa di scoprire le mosse di Yuri Korablin. A Venezia e a Mestre erano in tanti a chiedersi cosa sarebbe potuto accadere al tramonto di oggi, 31 dicembre, data limite per passare all’acquisto dei terreni oppure per scegliere il diritto di recesso dal contratto tra Korablin e Sabbadin, lasciando però a quest’ultimo circa mezzo milione di euro di ’caparra’, stabilita con le firme del 16 marzo scorso. Nell’operazione sono entrati 22 ettari di terreni.
Un’area subito alla destra della tangenziale, tutti campi dove nei prossimi anni dovrebbe sorgere il nuovo stadio, quello dei sogni, che chiuderebbe una vicenda di cui si parla ormai dagli anni Sessanta, che non si è prima mai concretizzata, e che fu uno dei motivi scatenanti dell’addio di Maurizio Zamparini dopo aver portato il Venezia anche in serie A. Korablin aveva poi opzionato anche altri 7 ettari e mezzo sul lato opposto della tangenziale, arrivando così ai circa 30 ettari di terreni di cui si era parlato fin dall’inizio di tutta la vicenda. Il costo complessivo di tutta l’operazione si aggirerebbe attorno ai sei milioni di euro. Una boccata di ossigeno per questa vicenda, sulla quale però rimangono ancora molti punti interrogativi. Da fine luglio, infatti, Yuri Korablin non si fa vedere a Venezia o a Mestre. L’ultima partita che ha seguito dalle tribune di uno stadio è stata la prima amichevole estiva che la squadra, allora allenata da Alessandro Dal Canto, vinse a Scorzè contro i padroni di casa. Poi più nulla, neppure comunicati o messaggi in rete. I soli a parlare sono stati i dirigenti in loco, De Franceschi e Scibilia. Di mezzo, il cambio della guida tecnica con l’arrivo di Michele Serena; la tifoseria a chiedersi quale futuro avrebbe avuto la società; e il Venezia a incorrere nella pressoché certa penalizzazione (a febbraio) per i ritardi nel versamento dei contributi ai giocatori nelle scorse settimane.
Ora la notizia dell’acquisto definitivo dei terreni, che apre a un futuro probabilmente più roseo, anche se non c’è alcuna traccia del progetto, e calcolando che il commissario del Comune, Vittorio Zappalorto, è stato chiaro pochi giorni fa: «Eravamo pronti a supportare il Venezia nell’operazione stadio, ma il presidente Korablin non lo vediamo o sentiamo da mesi. Si è persa una grande occasione». Ora l’ennesimo colpo di scena in questa storia, con il costruttore Sabbadin e i suoi avvocati che, a questo punto, devono solo attendere che Korablin scelga una data per sedersi allo stesso tavolo di fronte al notaio, firmare e pagare il dovuto. Il quando resta l’ultimo quesito cui rispondere.
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