Matteo Dei Rossi, quel sogno olimpico e l’emozione in volo

Il campione di scherma paralimpica sta completando il corso per piloti. «Un messaggio, l’handicap si supera»

«Una disabilità non deve essere un limite insormontabile, tutto quel che faccio è anche per dimostrare che si possono superare determinate barriere. Un messaggio che lancio a tutti coloro che possono trovarsi nella mia stessa situazione». Matteo Dei Rossi è un talento emergente della scherma paralimpica. Tira di spada e fioretto con il Circolo Scherma Mestre in via Olimpia, là dove iniziò nel 2008 per poi continuare il suo percorso a Treviso e quindi riapprodare al “Livio Di Rosa” lo scorso anno. Il suo sogno si chiama Rio de Janeiro e lo insegue puntando in alto, non solo nella scherma. Entro l’estate vuole riuscire a conseguire il brevetto di volo, sua grande passione assieme a quella per lo sport. Intanto, però, da venerdì sarà impegnato a Lonato (Brescia) nella sua prima prova di Coppa del Mondo paralimpica come spadista. «È un primo obiettivo raggiunto» spiega il giovane di Spinea, «perché le gare internazionali ti permettono di ottenere punti per andare a Rio. Resto dell’idea che la politica dei piccoli passi sia la strada migliore da percorrere, quindi Lonato potrebbe rappresentare un primo passo importante nei due anni che ho a disposizione per raggiungere il Brasile. È anche la soddisfazione di arrivare in azzurro, di poter fare la Coppa del Mondo e di gareggiare ad altissimi livelli».

Dopo la seconda prova Nazionale Assoluti Categoria A, vinta lo scorso dicembre a Napoli, Matteo Dei Rossi ha chiuso al terzo posto le due prove successive, attirando così lo sguardo del c.t. Giovannini. «Con Matteo Zennaro, Isacco Scomparin e Francesco Vianello abbiamo impostato un certo lavoro che sta dando i suoi frutti, sempre seguito dal maestro Salvatore Puccini» aggiunge «a Lonato spero di ottenere un buon risultato, poi la settimana successiva sarò ad Acireale per gli Assoluti. Un periodo importante che potrebbe magari darmi anche la possibilità di legarmi a un gruppo sportivo militare o delle forze dell’ordine. Chissà, di sicuro tutto ruoterà attorno ai risultati che sarò in grado di ottenere, e non sarà facile».

E lo stesso si può dire per la passione del volo, che in questi mesi lo sta portando all'aeroporto di Thiene per imparare e diventare pilota come suo padre. «Una passione che mi è stata trasmessa da papà, e che sento dentro. Amo soprattutto il volo in montagna, quando puoi avvicinarti un po’ alle pareti innevate, o comunque vederle da una distanza che non è la prospettiva che vedi da una città. Nei prossimi giorni cominciano le prime vere lezioni e il brevetto sarebbe una grande gioia. Tutte emozioni che poi vorrei poter trasmettere alle altre persone, soprattutto a chi, come me, ha magari un problema fisico. Ci saranno anche dei momenti negativi legati a queste difficoltà nella mobilità, ma non ci si deve mai perdere d’animo».

Intanto il 19enne di Spinea prosegue le terapie per poter fare sport senza risentire del problema al braccio destro. «È un lungo lavoro anche questo» sottolinea, «e le stiamo provando tutte. Ad ogni modo tutto quel che sto riuscendo a fare lo devo ai miei genitori, all’aiuto che mi hanno sempre dato in qualsiasi forma. Mia madre restava sveglia la notte per massaggiarmi la spalla quando ero piccolissimo, per evitare che la situazione peggiorasse, mio padre mi è sempre accanto per le gare e mi ha avvicinato al volo e agli aeroplani. I risultati che ottengo li condivido sempre con loro, non potrebbe essere altrimenti».

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