Londra, si chiude a tempo di rock ma senza regina
Ripetere il successo della cerimonia d’apertura era impossibile, ma a Londra hanno fatto le cose in grande anche quando si è trattato di far calare il sipario sulla trentesima edizione dei Giochi olimpici.
Una cerimonia tutta incentrata sulla musica britannica. «Se l’inaugurazione è stata il matrimonio, la chiusura sarà il rinfresco di nozze», aveva spiegato il direttore musicale David Arnold, famoso per le colonne sonore di cinque 007, che ha raccolto trenta brani dal 1956 ad oggi in un’unica sequenza, affidandone le varie sezioni a venti tra i maggiori nomi della musica contemporanea del regno. Si è cominciato su sonorità gospel, con percussionisti che suonavano appesi a una grande ruota, poi con il violoncello di Julian Lloyd Webb er e un attore che declamava una delle frasi più celebri di Winston Churchill: la vittoria più importante è non abbattersi per una sconfitta. Sotto di lui, la vita di Londra torna alla normalità, mentre sul palco salgono il presidente del Cio Jacques Rogge e il principe Harry. Spettacolare, come annunciato, l’ingresso dei Pet Shop Boys sui risciò.
Si è fatta sentire, invece, l’assenza della regina Elisabetta: protagonista assoluta – nei panni addirittura della Bond Girl – del fantastico show del regista Danny Boyle del 27 luglio, ieri ha disertato quello diretto dal coreografo Kim Gavin: la sua presenza non era certa, ma i media britannici ci puntavano.
La musica è finita, gli amici se ne vanno. È tempi di bilanci per il presidente del Cio Jacques Rogge, che promuove a pieni voti Londra e già che c’è anche se stesso, affermando ad esempio – beato lui – che i controlli antidoping funzionano. Il belga ha fissato alcuni highlight: accanto a Usain Bolt e Michael Phelps ha citato anche la nostra Valentina Vezzali. Sull’uomo più veloce della storia ha un po’ corretto il tiro: «È sicuramente già una leggenda della velocità, anche se è ancora in attività».
Sorrisoni anche per il presidente del Coni, Gianni Petrucci, forte di un medagliere (8 ori, 9 argenti e 11 bronzi) che ci riporta nel “G8” dello sport. Oddio, l’ultima giornata da sola è costata al Coni, in termini di premi-medaglia, la bellezza di due milioni, a causa degli sport di squadra saliti sul podio. Il Comitato olimpico aveva previsto un montepremi di 4.470.000 euro, invece dovrà sborsarne 5.390.000. Ma Petrucci si è detto particolarmente soddisfatto delle medaglie d’argento e di bronzo conquistati dalle due nazionali di pallanuoto e pallavolo. La sua unica, vera amarezza è la positività di Alex Schwazer: «Un’ombra che non potrò mai dimenticare», ha detto ieri il numero uno dello sport italiano, che poi si è soffermato sul bilancio delle medaglie azzurre: «È un bel risultato – ha aggiunto – Avevo fatto una previsione di 25 medaglie che è stata ampiamente superata».
Petrucci ha quindi ringraziato il presidente del consiglio Mario Monti, il ministro dello sport Piero Gnudi e soprattutto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il sostegno che hanno garantito alla spedizione azzurra. E proprio mentre il numero 1 dello sport italiano parlava con i giornalisti è arrivata una nuova telefonata del capo dello Stato. «Complimenti a questa Italia – ha detto Napolitano – Mi saluti tutti gli atleti, mi ritengo soddisfatto di quello che ha fatto l’Italia sportiva, complimenti a tutti quanti».
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