«L’Olimpiade è come un esame a scuola»
VENEZIA. Dopo due Olimpiadi vissute da atleta e altrettante da capo delegazione, quella di Rio de Janeiro per Andrea Cipressa sarà invece la prima da commissario tecnico del fioretto azzurro. Anche in Brasile nella scherma puntiamo a fare il pieno di medaglie, non fosse altro per il fatto che, proprio a livello olimpico, la scherma italiana è seconda per medaglie conquistate solo all’atletica statunitense. E per il veneziano Andrea Cipressa, già oro a squadre a Los Angeles nel 1984, la sfida che gli si profila è ricca di stimoli e di ricordi.
«C’è emozione, per forza, perché una Olimpiade racchiude in sé mille e più significati e sensazioni, specie per un atleta», commenta il ct azzurro del fioretto, «paradossalmente è più difficile qualificarsi a queste gare nel corso dell’anno, che poi parteciparvi realmente. Perché sulla carta, essendo pochi i fortunati che fanno la gara individuale, se vinci tre assalti sei già a medaglia. Ma inevitabilmente i ragazzi, anche chi ha più esperienza, ci arrivano preoccupati perché sentono la responsabilità e l’importanza della gara. È come un esame a scuola».
Da domenica gli azzurri del fioretto saranno a Norcia per l’ultimo collegiale, e poi il 29 luglio partiranno per Rio de Janeiro dove sosterranno l’ultima fase di preparazione. «Non vedo l’ora che arrivino le gare», ammette Andrea Cipressa, «l’unico cambiamento dell’ultima ora è nello staff tecnico, con il maestro Giulio Tomassini che non ci sarà e al suo posto verrà la collega Giovanna Trillini. Però nello staff avremo anche due volti storici del Circolo Scherma Mestre: Massimo Omeri e Fabio Galli».
A Londra 2012 il fioretto italiano fece man bassa di medaglie, il mese prossimo sarà chiamato a confermarsi. «Un obbligo per noi, anche se quest’anno va ricordato che non è prevista la gara a squadre femminile, e di conseguenza in quella individuale ci saranno solo due atlete per nazione. Abbiamo le carte in regola per confermare i tre ori di Londra anche in Brasile, ma solo su tre gare e non quattro. Agli ultimi Europei e Mondiali abbiamo dimostrato di esserci per le medaglie, e abbiamo sempre piazzato i nostri atleti sul podio. Siamo consapevoli di partire tra i favoriti, ma anche che in queste gare si rischia di non far nulla, vedremo». Ogni Olimpiade è diversa dalle altre, e a Rio de Janeiro si profilano tante novità.
«A Los Angeles non esisteva neppure un vero villaggio atleti o una Casa Italia mentre a Seul fu tutto molto particolare; a Pechino per certi aspetti perfino stellare e a Londra una emozione diversa ancora. A Rio è affascinante la logistica, l’abbiamo già testata con i Mondiali. Il villaggio è molto bello e il Coni ha trovato la sistemazione migliore per noi, vicino a mensa e centro trasferimenti. La struttura è molto accogliente con una palestra privata. E poi Casa Italia è davvero galattica. Siamo fortunati». Cipressa parla anche di Valentina Vezzali, che dopo tantissimi anni non farà parte del gruppo, visto che si è ritirata a maggio.
«Questa sarà la prima Olimpiade dopo tanti anni senza di lei. L’ho detto tempo fa: non averla più ai collegiali fa strano. Nel bene e nel male era una personalità che si sentiva. Da ct posso solo parlarne bene per impegno, risultati e ogni cosa in assoluto. Una grandissima, un vero fenomeno. Ad ogni modo abbiamo tutti i numeri per fare bene sia tra le donne che tra gli uomini. Dopo queste Olimpiadi si vedrà: se sarò confermato, se alcuni atleti continueranno o penseranno a farsi una famiglia. Come sempre, quello successivo alle Olimpiadi sarà un anno zero. Alle spalle dei due Dream team abbiamo tanti atleti e atlete che spingono dalla Under 23. Di sicuro immagino un anno di rinnovamento obbligato per dare spazio ai giovani in ottica Tokyo 2020. E mi auguro che tra questi ci possa essere di nuovo anche qualche veneziano o mestrino come ai vecchi tempi. Una Olimpiade in Italia? Penso possa essere un’esperienza meravigliosa, e che possa fare solo bene a un Paese», conclude Cipressa, « se la sa sfruttare investendo ottimamente gli introiti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia