Lo Jesolo suona la danza delle triple Codroipese a picco

JESOLO. Uscita dai blocchi, gioco in transizione, far collassare la difesa avversaria muovendo la palla per creare gli scarichi sui tiratori. È l'essenza del tiro da tre che diventa "essenziale" nello Jesolo che spazza via la Codroipese grazie al "solo retina" di Matteo Maestrello (5/6), Ruffo (2/3), Ambrosin (2/4) e Zatta (1/3). E al contrario i friulani si specializzano, sfortuna per loro, in un continuo air ball, dove avere in braccino corto questa volta voleva dire un'altra cosa.
"Mays" senior apre le danze dai 6,75 con la tripla del 7-4 dopo 3'19" di gioco. E visto che segna dopo un mezzo litigio tra palla, ferro e tabellone, chiede scusa al pubblico per il canestro senza lo swish. Delle Monache conferma il momento idilliaco e quando Ruffo o Ambrosin gli danno la palla dentro, si fa un baffo della marcatura di Girardo e segna i punti del 2-0, 9-5, 11-5. Lollo Ambrosin ruba palloni che è un piacere e su assist di Delle Monache schiaccia chiudendo sul 9-1 il principio di fuga a 4'42" dalla prima sirena (13-5).
Girardo si sposta su Matteo Maestrello ma il cecchino jesolano lo punisce subito dalla distanza dopo 47 secondi del secondo quarto (20-12). A 6'32" dal lungo intervallo "Mays" concede il tris per il + 10 (26-16), ma prima, tanto per rimanere in tema dei 6,75, è Zatta a colpire (23-14). Come se non bastasse per la difesa della Codroipese che non riesce a mettere i sigilli a Delle Monache e Mbaye che volano nel verniciato a spese di Macaro, Nata e Massimiliano Moretti.
Finito lo show di chi usa muscoli, le gambe come molle e il tiro ad una mano per evitare la stoppata, Matteo Maestrello e Ruffo prenotano una poltroncina dall'arco per il secondo tempo, 38-21 a 1'26" dalla fine. Puntuali infatti nell'ultimo quarto i due bruciano ancora la retina per il + 15 (61-46) dopo 2'36" di gioco. Il '97 Di Marzo ci ha preso gusto e chiude il match con un canestro da applausi in sospensione per il + 19 a 38 secondi dalla fine.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia