L’eterna sfida all’acqua A Venezia il Giro in apnea

Subacquea. La piscina di Sant’Alvise ospita il campionato italiano di specialità Nella giornata della scomparsa di Enzo Maiorca cinque minuti di applausi
Di Gianluca Galzerano

VENEZIA. Erano oltre 130 provenienti da tutta Italia i finalisti del Giro d'Italia in Apnea, con la sfida decisiva della competizione giunta alla settima edizione ospitata per la prima volta dalla città lagunare tra sabato e domenica.

Scenario, la piscina di Sant'Alvise presso il Centro "Costantino Reyer" di Cannaregio, da un paio d'anni rilanciato dopo un periodo di grandi difficoltà grazie alla co-gestione affidata dal Comune a Polisportiva Terraglio e Nuoto Venezia.

Ad organizzare l'evento, ultima di sette tappe che hanno visto toccare tutto il Paese nell'arco dell'anno, la Apnea Academy Competition fondata del pluri-primatista mondiale Umberto Pelizzari, che per l'appuntamento conclusivo ha affidato la cabina di regia alla società veneziana Apnea Dinamique. «È andato tutto benissimo, con un impianto che oltre che essere bellissimo ha risposto davvero alla grande», racconta Mauro Cajani, veneziano, responsabile di tappa.

La vittoria del Giro 2016 è andata alla San Mauro di Napoli, capace di collezionare oltre 25.000 punti dopo essersi piazzata costantemente ai primi posti anche nelle sei occasioni precedenti.

La tappa veneziana ha invece registrato la vittoria dei milanesi di Sotto Pressione, con i lagunari di Apnea Dinamique ottimi secondi (e sesti nella classifica complessiva) e la Friulana Subacquei terza.

Due le discipline che caratterizzano le gare del circuito: apnea statica e apnea dinamica. Nella prima, gli atleti debbono lottare col cronometro stando fermi sul fondo: a Sant'Alvise il vincitore ha registrato oltre 6 minuti di apnea, un tempo davvero di rilievo. Nella seconda invece (162 i metri mandati in archivio nella piscina veneziana) vince chi percorre più metri, scegliendo tra monopinna, doppia pinna o nuotando a rana senza ausili. Molto emozionante il momento delle premiazioni, come continua a spiegare Cajani: "Nel giorno della scomparsa di Enzo Maiorca, noi popolo del mare non potevamo fargli mancare il nostro pensiero". Doveva essere un minuto di silenzio, si è trasformato in cinque minuti di applausi.

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