L’appello del velista Pelaschier a Mestre: «Bisogna fermare la plastica»
Leggenda della vela, ospite del Panathlon di Mestre, ha partecipato a due Olimpiadi, oggi è ambasciatore di One Ocean nella battaglia per salvare i mari dall’inquinamento
MESTRE. Una vera leggenda delle vela italiana. Lunedì 21 marzo all’hotel Bologna, ospite del Panathlon Mestre del presidente Fabrizio Coniglio, c’era Mauro Pelaschier, velista classe 1949, con un palmares ricchissimo e variegato iniziato a 15 anni con il titolo italiano juniores classe Finn.
Ma la sua fama è legata soprattutto alle partecipazioni alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e di Montreal del 1976 nella Classe Fin e in particolar modo alla campagna della Coppa America di “Azzurra”, primo challenger italiano a parteciparvi, di cui diventa nel 1981, il timoniere.
«La mia famiglia è originaria di Pola in Istria, e ho cominciato a navigare alla Svoc (Società Vela Oscar Cosulich), seguendo le orme di mio nonno Francesco, Mastro d’ascia, di mio padre Adelchi e mio zio Annibale», già loro olimpionici nel 1952 e 1956.
«A sei anni mentre aspettavo in banchina il ritorno di mio padre dall’allenamento, appena arrivato mi ha preso e mi ha fatto salire in barca, dicendomi: adesso vai… era la prima volta che conducevo una barca da solo. Poi ho conseguito quei risultati personali che mi hanno permesso di essere convocato per le Olimpiadi».
E negli anni ‘80 arriva la chiamata di “Azzurra” in una struttura organizzativa a capo della quale c’era il commodoro Riccardo Bonadeo, presente alla serata e anche Cino Ricci.
«Avevamo di fronte il meglio dei professionisti anglosassoni. Perché sino a quel momento i ruoli cardine erano sempre stati loro appannaggio. E invece noi eravamo un equipaggio tutto italiano. Che quando vinse contro i francesi acquisì anche la consapevolezza della propria bravura».
E via così con una piacevole serata di aneddoti legati alla vela. Sino al finale come ambasciatore di One Ocean Foundation che mira a risolvere i problemi degli oceani.
«Nel 2018 Riccardo Bonadeo mi ha voluto come ambasciatore di One Ocean. Perché se anche non sono uno scienziato posso raccontare della mia esperienza in mare. Sono nato prima della plastica e posso raccontare quale impatto questa abbia avuto sugli oceani. E dobbiamo fare qualcosa, prima che sia veramente troppo tardi». —
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