«La mia mitica Vespa in trionfo con gli azzurri»
CHIOGGIA. Ha percorso l’Italia e l’Europa in lungo ed in largo, in sella alla sua Vespa griffata con le effigi della Nazionale azzurra di calcio. Andrea Tiozzo Pagio, di Sottomarina, ha infatti due amori per cui farebbe follie: la Vespa, un vecchio modello PX e la Nazionale. Sulla carena della sua moto, nella parte posteriore, sul lato sinistro vi è aerografata la scena del trionfo nella finale mondiale 2006 con Cannavaro che alza la coppa e l’esultanza degli altri giocatori, mentre sul lato destro, invece, si riconosce il ritratto di Marcello Lippi e la copia celebrativa della Gazzetta dello Sport. Sul bauletto infine ecco disegnato il gol di Del Piero in semifinale contro la Germania. Ma la vera particolarità è che Andrea Tiozzo si è fatto autografare la Vespa da tutti i giocatori che facevano parte di quella Nazionale, una sorta di “collezione” cui mancano ancora tre giocatori: Iaquinta, Camoranesi e Nesta. «Con Iaquinta e Camoranesi» spiega il super tifoso di Sottomarina «sono già in contatto, mentre Nesta, giocando in Canada è più difficile da raggiungere». Ma per avere tutti quegli autografi non è stato certo facile. «È una Vespa più unica che rara, ma devo dire che i giocatori sono stati tutti particolarmente gentili e disponibili» racconta ancora Andrea, ««di sicuro non è stato facile raggiungerli uno ad uno però alla fine la missione è quasi compiuta».
Le difficoltà non sono mancate. «Soprattutto perché le società italiane sono molto restie a far entrare i tifosi all’interno dei campi di allenamento, mentre in Germania ed in Spagna è tutto molto più semplice e ci sono meno porte chiuse. Il più difficoltoso da rintracciare è stato Daniele De Rossi a Roma, ma alla fine si è concesso al rito dell’autografo senza particolari problemi».
Non è stato semplice nemmeno rintracciare Marcello Lippi, allenatore azzurro ai mondiali tedeschi. «Sono stato a Viareggio per una settimana appostato sotto casa sua, ma senza alcun risultato, rischiando tra l’altro di essere accusato anche di stalking. Il proprietario di un bar lì vicino, dove andavo a fare colazione, forse perché gli ho fatto pena, mi ha spiegato che Lippi non era in città e che mi avrebbe chiamato non appena lo avesse visto. Così è stato e quando è arrivata la telefonata mi sono precipitato a Viareggio e sono stato accontentato».
Non sono nemmeno mancate le proposte indecenti. «Mi trovavo in Germania con la mia Vespa» ricorda Andrea Tiozzo, «un giornalista tedesco mi ha notato e mi ha invitato nella redazione del suo giornale. Durante l’incontro mi ha fatto un’offerta per comprare la mia Vespa per diecimila euro per il solo gusto di demolirla, perché il ricordo di quel mondiale lo faceva evidentemente stare male».
Con la sua Vespa, Andrea Tiozzo è stato anche a Coverciano. «Ho avuto l’onore di premiare con il pallone azzurro Darmian, anche se il mio sogno è però un altro: mi piacerebbe che la Figc riconoscesse la mia passione magari con una targa ricordo ufficiale. So che non è facile ma sicuramente ci proverò». Andrea Tiozzo Pagio sale quindi sulla sua Vespa, saluta, e con un colpo secco sulla pedalina mette in moto un motore che ruggisce ancora in maniera perfetta. Ci sono ancora tre firme da aggiungere su quella carena, che è un vero pezzo da museo, dopo di che la missione azzurra sarà finalmente completata.
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