La lettera del padre di un bambino «I più piccoli sono scappati dallo stadio»

In merito al lancio di due bombe carta e di una serie di petardi durante la partita Venezia-Reggiana riceviamo la lettera di un padre di un bambino di quattro anni, presente domenica allo stadio...

In merito al lancio di due bombe carta e di una serie di petardi durante la partita Venezia-Reggiana riceviamo la lettera di un padre di un bambino di quattro anni, presente domenica allo stadio Penzo.

«Forti esplosioni allo stadio che fanno scappare i bambini. Domenica scorsa 3 novembre mi sono recato allo stadio di Sant’Elena con il bambino di quattro anni a vedere la partita dell’Unione Venezia. Il mio intento, al di là di essere tifoso veneziano, è principalmente quello di educare e far avvicinare il bambino allo sport e all’aggregazione sociale vivendo alcuni momenti di piacere assieme ad altre persone. Inizialmente ho visto un ambiente con un bel pubblico in tutte le parti dello stadio.

Mi sono rimaste impresse le comitive di bambini delle squadre giovanili veneziane provenienti da tutto l’estuario; una cosa molto bella vederli felici a incitare i loro idoli cantando “forza Venezia e forza Unione”. A un certo punto della partita, però, si è sentito un fortissimo botto paragonabile a una bomba, che ha fatto saltare le persone dalla paura, poi una seconda esplosione e poi un altra ancora. Non vi dico la paura dei bambini, questo non si può descrivere ma solo immaginare; qualcuno di loro si è alzato e ha lasciato lo stadio dalla paura, veramente un brutta situazione.

Mi auguro che qualcuno come forze dell’ ordine, il presidente della società oppure la politica, intervenga al più presto per fermare questa assurda moda di lanciare grossi petardi o bombe allo stadio, perché oltre che a far male alla salute dell’individuo fa soprattutto male allo sport, allontanando i più piccoli per paura, come è successo domenica scorsa allo stadio Penzo».

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