La favola di Federica, da ex bomber del Venezia a stilista

VENEZIA. Gonnellini a piccoli pois, bluse dalle linee inconsuete, papillon di legno impreziositi da stoffa, gonne dal sapore gitano. È un gusto originale quello che caratterizza il marchio “Raissa Chineo”, nome dietro al quale c’è un personaggio notissimo del calcio femminile veneziano e veneto: Federica Chinello, classe 1986. Da un anno e mezzo l’ex attaccante del Venezia (dove ha militato dal 2001 al 2010, diventando uno dei simboli della squadra e protagonista della conquista della serie A) ha dato vita, insieme ad altre tre ragazze, a una piccola azienda che sta facendo passi da gigante nel campo della moda. Così Federica, che fino all'ultima stagione ha giocato con la formazione veronese del Valpo, concludendo la sua esperienza agonistica, si è trovata ad affrontare una nuova sfida, a suon di capi prodotti con tecniche assolutamente artigianali.
«Fino a due anni fa», racconta Federica, laureata in Scienze dell'educazione a Padova e modella dal 2003, «quasi non avevo mai toccato ago e filo. All’improvviso mi sono trovata a dover sostituire mia nonna e mia madre, due grandi sarte, che in maniera differente avevano problemi di vista. Ho cominciato così. Facendo qualche rammendo ho scoperto di avere capacità che mai avrei immaginato di possedere. Un anno e mezzo fa è partita l’avventura del marchio "Raissa Chineo". Il nome non è un caso, è legato alla mia storia. Raissa deriva dal fatto che questo inizialmente sarebbe dovuto essere il mio nome di battesimo, Chineo è la “traduzione” in veneto del mio cognome. L’abbinamento funziona, più di qualcuno mi ha detto che il marchio suona quasi francese».
Inizio in sordina, primi passi usando la macchina da cucire professionale della madre, poi Federica ne compra una di sua e aggiunge altri macchinari, senza dimenticare di seguire corsi. E intanto idea, taglia, cuce e si fa conoscere. «Adesso riesco a produrre un centinaio di capi al mese, e devo ringraziare le mie compagne d’avventura. Dietro a Raissa Chineo non ci sono solo io ma anche altre tre ragazze: Federica Vilio cura l’immagine e i rapporti con i negozi, Sara Capovilla le fotografie e Flora Bonafini gli aspetti fiscali ed economici della nostra azienda. Molti ci dicono che in un periodo di crisi come questo è una follia avviare un’impresa, anche la mia famiglia mi aveva avvertito quando ho iniziato questa avventura. Ma la volontà è quella di andare avanti, considerando anche il fatto che stiamo ricevendo delle risposte molto buone».
Se c’è un particolare che caratterizza Raissa Chineo è l’anticonformismo, la scelta precisa di distaccarsi dalle linee dominanti. «Quando vai all’estero hai modo di vedere molti stili diversi, cose che in Italia nessuno si sogna nemmeno di proporre. Diciamolo subito: i nostri connazionali al di fuori dei confini li riconosci perché sono tutti uguali, vestono tutti omologati. In altri Paesi è diverso, c’è maggior gusto a distinguersi dagli altri. E così è nata l’idea del papillon di legno, un tipo di farfallino che in Germania è molto popolare. In questo caso è stato fondamentale il supporto di mio fratello Rey, bravissimo artigiano del legno. Lui realizza il prodotto grezzo, io aggiungo il resto. Per il futuro il sogno è aprire un negozio. E confermare che Brugine è un paese di stilisti. Renzo Rosso, il patron della Diesel, infatti è mio compaesano, nato a 500 metri da casa mia...».
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