La favola di Akele Esordio in A a 17 anni Taliercio tutto per lui
MESTRE. Taliercio in piedi, domenica, ad applaudire un… errore. Capita, soprattutto se a commetterlo è un ragazzo di nemmeno 18 anni che, all’esordio in serie A sostituendo Taylor, ruba palla all’avversario alla prima azione, s’invola solitario in contropiede, ma si vede scivolare il pallone tra le mani. E qua è scattato l’applauso per Nicola Akele, che diventerà maggiorenne il 7 novembre. Italiano a tutti gli effetti, è nato a Treviso, ma risiede da sempre a Montebelluna, località della Marca dove i suoi genitori, Piero e Silvie, si sono stabiliti da una ventina d’anni arrivando dal Congo alla ricerca di un lavoro. Famiglia numerosa, quella di Akele, che ha tre fratelli (Salem, Gaddiel e Joel) e due sorelle (Ange e Grace), spesso presenti al Taliercio. Giocava nel Montebelluna, quando cinque anni fa, non ancora tredicenne, coach Massimo Cavalli lo segnalò alla Reyer, seguendolo quotidianamente nella foresteria dove il ragazzino andò a vivere. Akele, ala di due metri, è già entrato nel giro delle giovanili azzurre, ha partecipato a luglio agli Europei under 18 (5,7 punti e 4,3 rimbalzi di media) in Lettonia. «Avremmo dovuto far meglio del decimo posto finale». Idee chiare, senza problemi. Ottimo giocatore, è anche un ottimo studente, iscritto al quarto anno del liceo scientifico Stefanini. «Non ero emozionato quando sono entrato in campo con Montegranaro», spiega Nicola Akele, «tanto è vero che alla prima azione ho rubato palla al giocatore della Sutor più vicino. Mentre andavo in contropiede pensavo che nessuno aveva forse esordito rubando palla e andando a schiacciare in terzo tempo. Purtroppo il pallone mi è sfuggito di mano». Scatenando, però, l’applauso prolungato del pubblico del Taliercio. «È stato bellissimo, mi ha tirato su di morale». E pochi minuti dopo anche i compagni gli hanno manifestato la loro vicinanza mandandolo in lunetta in seguito al tecnico fischiato a Sakic. «Mi hanno fatto sentire importante, accordandomi la fiducia di tirare i due liberi, per fortuna l’ho ricambiata realizzandoli entrambi». Cinque anni fa l’arrivo a Mestre. «Ero un ragazzino, per la prima volta lontano da casa, non lontanissimo, ma nemmeno vicino. All’inizio ero spaesato, in un mondo nuovo, per fortuna ho trovato Stefanini, più grande di me, che ha agevolato il mio inserimento insieme a tecnici e dirigenti». Nicola Akele ha compiuto tutta la trafila nel settore giovanile della Reyer. «Per me è motivo di grande orgoglio. In questo momento mi sento di rappresentare tutti i ragazzi del settore giovanile granata. Posso essere l’esempio che si può arrivare partendo da lontano. C’è anche un po’ di responsabilità, ma sono felice di questo».
Michele Contessa
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