Il Venezia va a Crotone Benussi, che paura: «Vi racconto il “giallo” della bomba-carta»

MESTRE. Ospedale con vista sullo stadio, a Crotone. E il 19 dicembre di 15 anni fa, quell’ospedale che si affaccia sullo stadio “Ezio Scida” di Crotone fu visitato da Francesco Benussi, portiere della squadra allora allenata da Julio Cesar Ribas e sprofondata a fondo classifica nella terza stagione dopo la fuga di Maurizio Zamparini. Al 17’ della ripresa il portiere arancioneroverde resta stordito per l’esplosione di una bomba-carta lanciata verso il campo dalla curva dei tifosi calabresi. «Sentii solo un gran botto» ricorda Benussi, «e persi i sensi, mi risvegliai quando ero già steso sulla barella e mi stavano portando fuori campo». Benussi venne sostituito dal portiere ceco Martin Lejsal tra i pali che alla fine del lunghissimo recupero incassò il 2-0 di Carcià, Il Venezia era reduce dall’incredibile sconfitta casalinga della settimana precedente al Penzo contro la Triestina (1-2), quando Tulli rovesciò in un minuto, al 45’ e 46’ della ripresa, il vantaggio firmato da Guidoni. Il Crotone era passato da due settimane nelle mani di Agostinelli, che aveva avvicendato Gasperini, ed era terz’ultimo in classifica con un punto di vantaggio sul Venezia. «Stavamo perdendo uno a zero» riavvolge il nastro della memoria Benussi, «era una partita importante per la classifica di tutte e due le squadre. Mi portarono in ospedale dove mi fu riscontrato un baro trauma». Ovvero un’improvvisa alterazione della pressione barometrica dovuto a uno scoppio. «Mi fecero altri accertamenti, non ricordo se lasciai l’ospedale con il medico o il massaggiatore del Venezia, prendemmo un taxi e arrivammo in aeroporto in tempo per decollare con il resto della squadra. Il giorno dopo andai a effettuare un altro controllo in ospedale a Mestre».
Il giudice sportivo nel comunicato ufficiale del 7 gennaio 2005 omologò il risultato del campo (2-0), infliggendo però tre punti di penalizzazione, un’ammenda di diecimila euro e la diffida del campo al Crotone. Entrambe le società presentarono ricorso, la commissione disciplinare li respinse entrambi in data 10 febbraio, il Venezia aveva chiesto lo 0-3 a tavolino e, in subordine, la ripetizione della partita.
«Quello che mi ferì maggiormente» dice ancota il portiere mestrino, «è che mi accusarono di aver finto, quando invece il referto dei medici dell’ospedale era chiaro. Un episodio che i tifosi del Crotone non dimenticarono tanto da prendermi di mira anche quando tornai a giocare allo “Scida” con Lecce, Palermo e Vicenza». Quei tre punti di penalità pesarono fino all’ultima giornata sulla classifica del Crotone. «Venne al Penzo a quattro giornate dalla fine pensando di vincere facilmente, aveva assolutamente bisogno dei tre punti, noi eravamo già retrocessi e Manzo aveva rilevato Glerean, chiamato all’inizio del girone di ritorno al posto di Ribas. Disputai una partita eccezionale, finì 0-0, era ritornato Gasperini sulla panchina dei calabresi». Il Crotone si salvò solo all’ultima gara, quella del caso Genoa-Venezia, superando (4-1) la Salernitana. —
Michele Contessa
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