Il Venezia blocca i commenti social dei tifosi

La società: «Nel corso dell’ultimo anno la natura dei commenti su questa piattaforma è degenerata, fino a travisare i valori del club».
La reazione: «Così si vogliono impedire anche le critiche costruttive»
Francesco Gottardi

VENEZIA. Venezia incommentabile. Nel senso più letterale del termine. Con un comunicato via Facebook, martedì sera l’area social arancioneroverde ha preso la decisione più drastica: “Nel corso dell’ultimo anno”, si legge, “la natura dei commenti su questa piattaforma è degenerata, fino a travisare i valori del club”. Dunque “in caso di attacchi, vessazioni, trolling e spamming la società rimuoverà i commenti a propria discrezione”. Lo ha già fatto, disabilitando la funzione per tutti. Si chiude così un lungo strascico di polemiche, tra il Venezia e la sua community virtuale. Forzatamente, con la censura. L’ennesimo gesto che fa discutere.

LA REAZIONE DEI TIFOSI

Si sa, i social sono il covo dell’indignazione e del livore. “Ci sono persone che esagerano oltre misura, nei toni e nei contenuti”, ammette Franco Vianello Moro, dal direttivo del Club Alta Marea. “Ma il problema è la libertà di espressione: il Venezia avrebbe dovuto bannare i responsabili dei comportamenti sopra le righe. Così invece si fa di tutta l’erba un fascio. Mettendo a tacere anche le critiche costruttive”. Sembra quasi pressapochismo pigro.

“E distonico rispetto all’ambiente con cui ci si vuole misurare: se sei social, come il club vuole far vedere, devi conoscere le dinamiche di questo mondo”. Basato sull’apparenza e sulla superficialità, nel bene e nel male. “Saper maneggiare le situazioni più spinose sarebbe indice di professionalità”.

Invece il Venezia sembra quasi cascare dalle nuvole: “L’uso di toni aggressivi e irragionevoli”, continua il comunicato, “rischia di allontanare tifosi e partner, esistenti e potenziali, con il pericolo ultimo di indebolire il club, la sua economia e la sua capacità di competere ai massimi livelli”. Fare i marchesi del Grillo non può essere l’unica soluzione.

“Dispiace, ma questa società ne combina una dietro l’altra”, di nuovo Vianello Moro. E gli altri tifosi, come hanno reagito? “C’è sempre qualcuno che difende il Venezia a prescindere. Ma è la netta minoranza: l’insofferenza cresce, togliere uno strumento diretto come il commento è precludersi un’opportunità. E il nostro gruppo è formato da persone di grande equilibrio”. Medici, ingegneri, avvocati. Figurarsi cosa ne pensa la curva.

OLTRE VENEZIA

Eppure, lontano dalla laguna, ancora una volta è tutt’altra musica. La gestione social del Venezia piace. Senza nemmeno doversi rifugiare nel mondo anglosassone: un sondaggio Instagram della Gazzetta dello Sport – circa un migliaio di partecipanti – mostra che l’83 per cento degli utenti è d’accordo con il provvedimento draconiano degli arancioneroverdi.

E fra i commenti – quelli sì, ancora possibili sulla rosea – prevale il sentimento dell’ “è giusto darci un taglio coi leoni da testiera”. Ci mancherebbe. Nessuna persona civile vuole il far west virtuale. Ma affermare, come scrive il Venezia su Facebook, che il brontolio social è arrivato “a mal rappresentare lo spirito della comunità veneziana nel suo complesso” è nascondere la polvere sotto il tappeto. Perché questo club viaggia a due velocità. Fuori, encomi su encomi. In laguna, critiche su critiche. Reali, mica troll. Basta un pomeriggio al Penzo.

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