Il solito “mal di trasferta” paralizza il San Donà

Biancocelesti senza idee a Calvisano subiscono tre mete in 14’. In due stagioni due sole vittorie fuori

CALVISANO. Secca sconfitta ed ennesima trasferta amara per la Lafert San Donà, che contro Calvisano incappa in un match nuovamente sotto-standard costringendo staff e giocatori ad interrogarsi seriamente sul dimensionamento da dare alla propria stagione. Bella tra le mura amiche del "Pacifici" quanto timida se ospite altrove, la squadra non ha ancora ben chiaro cosa voglia fare da grande, se cioè scrollarsi di dosso la patina mentale di "eterna provinciale" o piuttosto dare finalmente espressione piena ad un potenziale, tecnico e societario, che nulla ha da invidiare ad altre realtà protagoniste in Eccellenza seppur prive del bagaglio di tradizione che la piazza del Piave può vantare.

Al Peroni Stadium finisce 39 a 3, un punteggio senza appello costruito dai bresciani soprattutto nell'ultimo quarto di gara, quando la tenuta dei biancocelesti è naufragata costando tre mete tra il 24' e il 38'. Primo tempo taccettabile, quello del XV di coach Wright, che proprio sulla trasferta calvina aveva puntato forte per dare la svolta ad un trend che registra due sole vittorie esterne nelle ultime due stagioni, rispettivamente contro Crociati Parma e Capitolina Roma, poi entrambe retrocesse.

Il fulcro del confronto è davanti, e non a caso il pilone Scarsini scava il primo gap importante marcando la meta del 10 a 0 all'11'. La Lafert macina comunque bene con i primi otto uomini e trova il fallo a favore che al 14' consente a Cornwell di accorciare sul 14 a 3. Il pack prende fiducia e attorno al 25' mette pesantemente sotto pressione quello in opposizione con un'infinita serie di reset che portano al giallo dello stesso Scarsini, ma una chiamata dubbia del sig. Rizzo vanifica il lunghissimo lavoro tagliando le gambe ad Erasmus e compagni, che sul fischio finale si lasciano poi sorprendere consentendo la meta di Cavalieri. Al rientro San Donà prova a tenere botta per la prima metà della frazione ma cede sempre più terreno, poi le firme di Steyn, di nuovo Cavalieri e Andreotti confezionano la pesante punizione con la facilità di una lama nel burro. (g.g.)

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