«Il punto più alto della carriera l’ho raggiunto a Nova Gorica»
MESTRE
«Considero la mia esperienza in Slovenia come il punto più alto che abbia toccato finora in carriera. A Nova Gorica ho vinto la Coppa di Slovenia e disputato un turno preliminare di Europa League».
Marco Modolo è uno dei “senatori” del Venezia, non tanto per l’età (29 anni), quanto per aver fatto parte prima del gruppo di Paolo Favaretto nella stagione 2009-2010, poi per aver accettato l’offerta di Giorgio Perinetti, quattro anni fa, diventando uno dei protagonisti della cavalcata arancioneroverde dalla Serie D ai vertici della Serie B. Domenica il Venezia affronterà in amichevole al Penzo (ore 15, a porte chiuse) il Novometno Drustvo Gorica e il difensore arancioneroverde rivedrà alcuni volti conosciuti, come il tecnico Milan Srebnic, un’istituzione per il club sloveno, come Jaka Kolenc, Tine Kavcic, Amel Dzuzdanovic e Janus Strukelji. Nell’estate 2013 il Parma acquistò Marco Modolo dalla Pro Vercelli, ma il difensore venne immediatamente ceduto all’ND Gorica, divenuta società satellite del club ducale con Luigi Apolloni allenatore, il direttore sportivo era Michele Dal Cin, inserendo nella rosa un folto gruppo di giocatori italiani, come Modolo appunto, ma anche Cordaz, l’ex arancioneroverde Lebran, Favalli, Coda, Lapadula, Filippo Boniperti, Berardocco e Misuraca. «Ho trovato persone straordinarie e umili nell’anno e mezzo trascorso in Slovenia, sono cresciuto tanto, ho avuto modo di conoscere un altro tipo di calcio. Vincere una coppa nazionale non è mai facile, neppure in Slovenia, anche perché in finale siamo riusciti a battere il Maribor che in quella stagione aveva disputato la regular season in Champions League, pareggiando con il Chelsea».
Un successo che permise alLa squadra slovena di giocare i preliminari di Europa League. «Entrammo in gioco nel secondo turno, fu suggestivo andare a giocare contro il Molde». L’ND Gorica non riuscì a qualificarsi perdendo in Norvegia (1-4) e pareggiando in casa (1-1).
« Sono esperienze che ti rimangono dentro per sempre. Quando mi è stata prospettata questa possibilità, ci sono andato volentieri. La difficoltà era andare via dall’Italia, ma c’era un bel gruppo di italiani e la scommessa di provare a conquistare una coppa europea. Il primo anno è andato tutto bene, nemmeno la lingua è stata un problema in quanto la maggior parte degli sloveni conosce l’italiano, con gli altri si parlava in inglese. Noi abitavamo a Gorizia. Poi la squadra si è sgretolata in quanto il Parma aveva fatto intuire un progressivo disimpegno dal progetto. A febbraio anch’io ho preferito ritornare in Italia».
Con destinazione Carpi. «Un’altra esperienza all’estero? In questo momento no, al Venezia sto benissimo, sono a casa. A gennaio, quando non sapevo ancora se avessi rinnovato il contratto, il mio procuratore mi aveva profilato la possibilità di andare in Giappone. Ipotesi tramontata», conclude, « quando il Venezia ha dimostrato di puntare su di me anche nelle prossime stagioni». —
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