Il Mestre al Baracca: «Finalmente a casa nostra Questa è storia della città»
MESTRE. La riapertura dello stadio Baracca è stata prima di tutto una festa per gli amanti dei colori arancioneri. Famiglie con tanti bambini e di ogni età, molti mestrini che da giovani frequentavano lo stadio cittadino sono ritornati con grande soddisfazione, e a condire il tutto ci hanno pensato i giocatori in campo con il successo sull'Altovicentino. Stefano Salso, uno dei volti più conosciuti della curva mestrina, assicura: «Ci siamo finalmente riappropriati di quello che è sempre stato per decenni lo stadio di Mestre e di questa squadra. Un giusto riconoscimento a noi tifosi e alla società attuale. Il Baracca è bello, non è in cattive condizioni, e noi stessi ci abbiamo messo grande impegno per renderlo più accogliente. Il prato è meraviglioso e lo hanno visto tutti: ora la speranza è solo quella di salire in Lega Pro perché questa squadra incarna lo spirito mestrino di una volta. Io, come molti altri, non vado a seguire la squadra dall'altra parte del ponte, e sono tornato allo stadio solo da due anni. L'augurio è quello di ottenere la promozione prima della sfida con la Triestina». Stefano Messulam aggiunge: «Finalmente si ritorna al Baracca, una grande emozione anche se è stata sofferta. Sono sempre andato a seguire il Mestre a Mogliano, ma qui è tutta un'altra cosa, si respira aria di casa per davvero. La promozione sarebbe il giusto passo successivo, sperando di poter poi seguire la squadra al Baracca anche in Lega Pro». «Stiamo vivendo un momento molto atteso» commenta Luigi Prevato, «e non capiamo il perché di questa lunga attesa. Ma la mia è una grandissima felicità perché sono un tifoso arancionero fin da inizio anni Settanta. Venivo al Baracca con mio padre e ora porto mio figlio». E proprio il figlio Francesco racconta: «Per me è una prima al Baracca da vero tifoso del Mestre, finora avevo sempre vissuto dei racconti di mio papà. Una bella giornata, emozionante». In tanti fanno notare che, alla fine, nel girone di Serie D del Mestre il solo stadio messo meglio è il “Rocco” di Trieste. Infatti Paolo Vianello assicura: «Tornare al Baracca è rendere giustizia alla Mestre calcistica. Spero che quanto prima si possano aprire pure gli altri settori di questo stadio. Poi, le vedete quelle persone affacciate alle terrazze e alle finestre delle case? Questa è storia, ormai sono sempre più difficili da vivere le partite in questo modo: è bello, è unico e siamo di nuovo a casa nostra». I bambini corrono avanti e indietro, in tribuna spunta anche un cagnolino, i tifosi sono entusiasti e il signor Carlo, 79 anni, sorride e ammette: «Non pensavo di riuscire a vedere ancora il Mestre giocare al Baracca. Me la ero quasi messa via, invece questo è un regalo anche per me. Non sono mai stato un tifoso sfegatato, ma nella mia famiglia è sempre stata una tradizione venire al Baracca a seguire il Mestre. Sono andato anche a vedere il Venezia dopo la fusione ma, finché potrò, tornerò sempre al Baracca».
Simone Bianchi
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