Il maestro Omeri a Doha insegna scherma ai giovani
Un altro dei migliori maestri di scherma italiani ha scelto l'estero per proseguire la sua attività. È il mestrino Massimo Omeri, una lunga storia alle spalle con il Circolo Scherma Mestre e fino a pochi mesi fa al fianco del campione di fioretto Andrea Cassarà.
Da pochi giorni si trova in Qatar, a Doha, dove ha assunto un ruolo manageriale all’interno dell’Aspire Academy, una struttura governativa di altissimo livello in cui stanno crescendo tutti gli atleti di questo Paese asiatico. Qui Omeri è passato dalla pedana alla scrivania, poiché deve creare e sviluppare il settore schermistico qatariota.
«In parte è stata una scelta voluta, e in parte anche necessaria perché in questo momento in Italia la situazione non è delle migliori», racconta il maestro, «per chi fa questo mestiere di professione, e dopo molti anni di carriera, è difficile accettare situazioni che non abbiano una certa sostanza.Un professionista deve poter svolgere il suo ruolo. Nessun problema con la Federscherma italiana, ma l’Italia ora non offre molto».
Aspire significa massimizzazione di ogni ruolo, mentre agli atleti si offrono strutture, allenamenti e servizi al top della gamma. «Questa è una accademia enorme e prestigiosa in cui la scherma è solo uno dei tanti settori», prosegue Massimo Omeri, «si è partiti da zero con la nostra disciplina, e in questa accademia governativa si sviluppano programmi di alto livello e service provider per le federazioni. Mai visto nulla di simile tra palestre e laboratori, con delle potenzialità enormi».
Omeri ha il compito di garantire la crescita dell’attuale cinquantina di giovani schermidori, sviluppando un progetto futuro per gli Under 20.
«I ragazzi qui studiano e si allenano, ma abbiamo bisogno anche di crescere confrontandoci con federazioni più forti, e quelle europee sono ai vertici», conclude, «a gennaio saremo in Francia per un camp, e in futuro di sicuro in Italia. Porterò i ragazzi al circuito Europeo Cadetti, a qualche tappa di Coppa del Mondo Under 20 e per gli Under 14 le gare in Italia sarebbero ottimali. Come si vive a Doha? La qualità della vita è buona e non c’è delinquenza, si parla inglese e per ora vivo solo tra ufficio e albergo. Il motore è avviato, ma una volta che la struttura inizierà a viaggiare spero di ritornare all’insegnamento in pedana. In questo momento la priorità va però al ruolo manageriale».
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