Il gigante buono che piace ai bambini

FAVARO VENETO. Ivan Gianesini è grande e grosso: mani ruvide e collo taurino sorride gentile con un vocione roco e profondo che di gentile non ha proprio niente. Malgrado il quintale di peso, in campo ha dovuto imparare a farsi rispettare da gente spesso ancora più grande e grossa di lui: nel mezzo della prima linea, prima dell'ingaggio deve essere veloce e furbo per due motivi, cercare di vincere il tallonaggio e riuscire a non fracassarsi la testa con gli avversari nel momento dell'incastro a cento all'ora. Gioca a rugby da una vita, Ivan, e dopo lo pseudo-professionismo che aveva illuso tanti atleti della sua generazione, uno se lo immagina a fare qualche lavoro di fatica, visto che stando ai cliché ovali «chi gioca in mischia ne fa talmente tanta che qualunque cosa al di fuori di essa sembrerà una passeggiata».
Gianesini invece lavora con i bambini. Piccoli, molto piccoli, fascia d'età tra gli 0 e i 3 anni, e visto con i loro occhi quello strano "maestro" deve sembrare davvero una montagna gigantesca... «Ma io sfido chiunque a dirmi che non è un lavoro faticoso, anche se non puoi capire la soddisfazione che mi dà fare quello che faccio» racconta respingendo un assedio organizzato dalle sue "piccole pesti". Certo che per chi lo ricorda capitano battagliero sui campi di mezza Italia, l'impressione è strana: come gli è venuto in mente di fare una scelta così particolare? «E' cominciato tutto nel 2004, quando due infortuni consecutivi all'avambraccio mi tengono fuori dal campo per quasi un anno» risponde il 32enne tallonatore alla seconda stagione con il Mogliano. «Pur di restare vicino all'ambiente ho cominciato a collaborare al progetto scuola del Veneziamestre, tutta la settimana in giro tra materne, elementari e medie della città a insegnare rugby. All'inizio non sapevo che pesci pigliare, poi mi è piaciuto, e quando il Club ha organizzato i centri estivi a Favaro mi sono buttato anima e corpo, capendo che quella poteva essere la mia strada parallela». Le stanze de “La Bottega dei Sogni”, così si chiama il nido privato rilevato due anni fa a Favaro Veneto in società con Francesca Gnaccolini (30 bambini che diventano oltre 100 con il campus estivo), sono piene di palloni ovali. «Il nostro è un servizio integrativo alla prima infanzia, con programmi educativi fortemente orientati ai principi dello sport di squadra, il rugby in particolare perché sono convinto abbia dei valori meravigliosi dal punto di vista educativo. A 3 anni, quando i nostri bimbi passano alla scuola materna, ti posso assicurare che sanno cos'è il rugby». La giornata comincia alle 7:30, poi alle 17 l’allenamento a Mogliano fino alle 22. Con quali energie? «Quando fai qualcosa che ti piace, la fatica non la senti: io adoro sia il mio lavoro che lo sport che faccio, starei decisamente peggio se dovessi stare in ufficio davanti a un computer dalla mattina alla sera».
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