Il Favaro ingaggia il panamense Rogelio Olmedo Viteri de Leon
Favaro. Dallo Stretto di Panama e le sue acque oceaniche, attraversando il Canale dei Buranelli sino alla laguna di Venezia sulle ali di un pallone, inseguendo un sogno che si chiama professionismo. La storia di Rogelio Olmedo Viteri de Leon, nato a Città di Panama il 5 ottobre del 1994, attaccante dall’inizio di dicembre in forza al FavaroMarcon, Promozione, all’esordio domenica scorsa con il pareggio interno contro il Codogné, si può ]riassumere in queste righe che dicono tutto ma non dicono niente.
Non raccontano della passione che anima questo ragazzo poco più che ventenne, della sua forza di volontà che lo aiuta così lontano da casa, del suo cuore e delle sue radici. Perché trapiantato a queste latitudini a Rogelio mancano il sole, il calore, i profumi della sua patria natia estranei a queste terre. Con il calcio però ha trovato un comune denominatore con la nostra cultura.
“Ho cominciato a giocare a pallone all’età di tre anni. Quando ne avevo nove la mia famiglia si è trasferita in Italia, per poi tornare a Panama quando ero quindicenne,” racconta il neo acquisto della società del presidente Mauro Pizzigati con il suo perfetto italiano.
“Lì ho militato nella primavera di una squadra della massima serie lo Sporting San Miguelito, con ottimi risultati. Infine sono rientrato nel vostro paese solo un anno e mezzo fa, abitando da mia zia a Campalto, per approdare al Treviso Calcio dove sono rimasto sino a dicembre.
” Risultando subito determinante nello scacchiere e per le sorti della squadra di mister Simone Piovanelli nonostante il ritardo nel debutto in prima squadra dovuto a problemi burocratici legati al tesseramento. Ma una volta sceso in campo la doppietta messa a segno contro il Bardolino ha fatto la differenza in semifinale, così anche la rete nella finalissima contro il Passarella. D’obbligo la riconferma nella formazione della Marca prima del trasferimento definitivo al Favaro.
“Sono arrivato in un ambiente più sereno, più rilassato, con compagni di squadra esperti che mi hanno subito accolto bene. Adesso devo solo ricambiare la loro fiducia con i miei gol.”
Anche se la tua posizione ideale è quella dietro le punte. “Sono una seconda punta, più un trequartista. Un mancino naturale, a cui piace tenere palla, ma non credo di essere egoista, anzi se mi accorgo di un compagno in migliore posizione preferisco lasciare a lui l’opportunità di segnare. Anche se a Panama vedevo bene la porta. Lì era tutto diverso, per me era una situazione da professionista allenandomi tutti i giorni. Il San Miguelito gioca nella massima serie il cui livello è lo stesso di una Lega Pro per intenderci, forse con più qualità.”
Per inseguire un posto nel professionismo italiano. “Ho saputo dell’interesse di alcune società di categorie superiori ma adesso è il momento di giocare per il Favaro. Poi nella vita comunque bisogna avere delle alternative per questo motivo mi sono iscritto a Ca' Foscari a Venezia.”
Magari sperando un una chiamata della sua squadra del cuore, la Juventus.
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