Il consiglio di Foscarini: «Iori & C. giochino come sanno, sono fortissimi»

BERGAMO. Claudio Foscarini, si ricorda? Quella semifinale playoff con il Brescia del 6 giugno 2010, quando vincere 1-0 al Rigamonti non bastò al “suo” Cittadella per approdare alla finale per la Serie A?
«La rammento bene, eccome! Segnò Curiale al 90’, colpimmo due pali con Iunco, ma vincere non bastò per qualificarci. Loro erano passati al Tombolato con lo stesso punteggio, e si qualificarono in virtù del fatto che in classifica erano piazzati meglio di noi. Con tanto rammarico uscimmo, ma a testa alta».
Otto anni dopo, i granata sono di nuovo in semifinale. Seconda stagione di fila ai playoff.
«Ed è un grosso risultato per Cittadella ed i suoi tifosi. Quando c’ero io, si lottava sempre per salvarsi, tranne quel campionato dove arrivammo alla semifinale. In quegli anni si è pagato l’adattamento alla B, si puntava a mantenere la categoria, e ci siamo riusciti. Credo che il nodo cruciale sia stata la retrocessione in Lega Pro, da cui si è subito risaliti. Dominando il torneo. Quel calcio e quel modo di essere il Citta l’ha riproposto anche tra i cadetti, giocando da squadra sbarazzina, forte dell’esperienza acquisita nel frattempo».
Per cui, cosa prevede succederà allo “Stirpe” stasera e come dovrà giocare, secondo lei, la squadra di Venturato?
«È una partita aperta a qualsiasi risultato, anche se in cuor mio vorrei vedere il Citta vincere: 1-0 o magari 2-1... Non credo comunque che Iori & C. debbano cambiare filosofia di gioco. È nel loro Dna attaccare gli spazi e far girare palla per sfruttare le fasce. E poi sul piano psicologico li vedo avvantaggiati».
In che senso?
«Sinceramente sono curioso di capire che partita imposterà il Frosinone. Non so se Longo darà ordine di attaccare l’avversario oppure se terrà i suoi bassi, in una parola se giocherà per aspettare. Certo che, se fosse così, nel secondo caso il Citta ha tempo per trovare spazi e creare situazioni pericolose, in questo è bravissimo. È l’unica squadra in B che, fuori casa, ti attacca e individua i varchi giusti. Faranno molta fatica, i ciociari, a prenderle le misure. Kouamé e soci non hanno nulla da perdere, ecco perché di testa stanno meglio».
Per cui vede una sfida in equilibrio?
«Il Citta insegue solo la vittoria e può giocare come sa, in trasferta è fortissimo. Il Frosinone deve stare attento, la gara con il Foggia, con quella beffa finale, insegna...».
Ormai i padovani sono maturi per la Serie A.
«Se non vanno su quest’anno, credo che ci riproveranno anche la prossima stagione. Sono una realtà consolidata della B».
Marchetti, il loro d.g., è richiesto da molte società.
«Mi auguro che vada in A, ma che ci vada con il Cittadella. Se lo merita, saprà fare comunque la scelta giusta».
Si è già sbilanciato sull’esito della partita di Frosinone. E di Palermo-Venezia, l’altra semifinale, che ci dice?
«Non dò affatto per morta la squadra di Inzaghi. Secondo me, pure il Palermo rischia. Certo che se uscisse una finale tutta veneta...».
Infine, resterà ad Avellino dopo aver salvato gli irpini?
«No. In settimana ci sarà l’ufficialità della separazione». (s.e.)
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