Il chioggiotto Lamparelli ancora campione italiano «E non mi ero allenato...»

BRACCIO DI FERRO / A sorpresa il 42enne porta a casa il titolo  «Da un po’ non facevo gare, sono andato per seguire un amico» 
Alessandro Torre

il personAggio

Un arm wrestler, una garanzia. Frank Lamparelli, 42enne pluricampione di braccio di ferro di Chioggia, torna dopo due anni di inattività a disputare un campionato italiano federale e conquista il titolo nella categoria +110 kg destro e in quella assoluta di destro, sorprendendo tutti ma prima di tutto sé stesso.

«Ero fermo da un bel po’. Primo perché avevo ormai pochi stimoli, secondo perché erano state organizzate poche gare a cui avevo deciso di non partecipare. Non mi ero più allenato, tranne in un’occasione quando a maggio, per lavoro, sono andato a Castel Volturno dove c’è il Team Campania e con loro ho tenuto un allenamento», racconta Lamparelli il giorno dopo il suo successo tricolore, «ma ormai ero rassegnato a non partecipare più a nessuna competizione. Ma una settimana fa mi sono ritrovato con Daniel Rusu (atleta di Padova, ex compagno di squadra di Lamparelli, ndr) con cui non mi vedevo da 6 mesi, e abbiamo fatto qualche tiro. È stato lui a convincermi ad accompagnarlo a Villa Alba di Gardone a Brescia dove si tenevano i campionati. Lui non vi partecipava, perché sta preparando i Mondiali di fine novembre a Bucarest, e per me sarebbe stata l’occasione di salutare vecchi amici. Così siamo partiti e arrivati lì scopro che il presidente federale Claudio Rizza mi ha iscritto nella categoria +110 kg. Perché con l’inattività sono salito di peso e, quindi, anche di categoria. Dopo la sorpresa iniziale ho deciso di accettare e sono entrato in gara proprio contro uno dei favoriti della competizione, un vecchio amico, Manuel Battaglia, secondo agli Europei di un mese e mezzo fa, 135 kg di ragazzo. Ho vinto alle cinghie (quando le mani dei due arm wrestler vengono legate l’una all’altra per non scivolare, visto l’equilibrio di forze, ndr), e sono andato avanti sino alla finale, dove ho ritrovato sempre lui, che nel frattempo aveva rimontato, e l’ho battuto ancora. Io di nuovo campione italiano di categoria di destro, poi campione nazionale assoluto di destro, mentre lui assoluto di sinistro. Quasi venti anni dopo il mio primo titolo. Infatti tutti alla fine mi hanno chiesto come avessi fatto e quanto mi stessi allenando. Quando ho rivelato che era due anni che non gareggiavo mi hanno preso per pazzo. In gara c’erano tanti giovani contro cui avrei potuto perdere, e fare brutta figura. Perdere contro vecchi avversari ci sta, ma contro questi giovani non avrei accettato la sconfitta. Probabilmente questo e il fatto che non avessi nulla da perdere mi ha permesso di arrivare dove sono arrivato».

Un campione che non si smentisce mai. Ritrova l’oro nazionale nonostante il poco allenamento, ma nel frattempo non rimane a guardare. Due anni senza braccio di ferro, ma un’altra passione che cresce e adesso si può anche esprimere. «Sono sempre stato un appassionato di off shore. Ma le regole non permettevano alle barche da diporto di partecipare alle gare di corsa. Questo almeno sino a due anni fa quando alle barche come la mia è stato concesso di partecipare alla Pavia-Venezia. Una competizione con una storia di settant’anni e che non si teneva però da una decina di stagioni. Ero secondo sino a buona parte della gara nella mia categoria, ma a una curva la barca si è spenta e ho perso posizioni per cercare di riaccenderla, chiudendo nono».

E per l’edizione record del 2022, 133 barche già iscritte, siamo certi che Lamparelli ci metterà una determinazione da “braccio di ferro”. —

Alessandro Torre

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