I tifosi scatenano l’inferno e c’è chi crede allo scudetto
MESTRE. All’entrata dei giocatori sul parquet per il riscaldamento si scatena l’inferno. Qualche tifoso sui social network lo chiede espressamente postando immagini di fuoco e fiamme. Ci vuole il migliore “Taliercio” per annichilire le velleità di Reggio Emilia.
Ci si prepara al meglio per essere il settimo uomo in campo (il sesto sono coach Recalcati e il suo assistente De Raffaele) e tutto granata con tanto di berrettino e maglietta c’è Davide Novello di Mirano, che sta aspettando i suoi amici all’esterno del palazzo.
Ci sono anche le sensazioni buone da parte dei tifosi. Riccardo Povoleri, “Riccardone” per i suoi amici di Quartiere Pertini, chiede più dell’inferno nelle partite casalinghe della finalissima. Mentre Luciano Vizzianello detto “Bettega” di Villaggio San Marco è pronto a tagliarsi i suoi storici baffi in caso di titolo tricolore. Vanno molto oltre le previsioni di Vittorio Ghezzo, 69enne di San Pietro in Volta, che si dice già pronto a stampare centinaia di fogli con su scritto “campioni d’Italia” e mostra dal parterre del settore VIII la bandiera azzurra “Italia”. Ovviamente, molti sapendo questo si affideranno ai più svariati gesti scaramantici, ma c’è davvero chi crede al sogno dello scudetto, ancor prima dell’esito di gara 7. Lorena Pitteri una nostra vecchia conoscenza ci chiede di finire nuovamente sul nostro giornale perché se lo merita visto che è arrivata al Taliercio alle 15.30 ed era la quarta. Per essere la prima di tutte deve migliorare ancora un po’.
Tra le luci dei riflettori e dei flash dei telefonini luccicano i brillantini della coroncina sulla fronte di Aurora Niero, che ieri mattina con ago e filo si è preparata la fascetta con le lettere della Reyer. Di granata ha ovviamente anche i capelli, il rossetto e l’immancabile maglietta. Alla fine del primo quarto i tifosi si scatenano contro la terna arbitrale e vola una solitaria palla di carta sul parquet.
È sempre tempo di foto, autografi e selfie. Roberta Sabbion di Mestre ha scattato almeno una centinaia di foto, mentre Lorenzo Sabinot e Roberto Perissinotto di Mestre si sono fatti un selfie cantando “ghea podemo far”. Liviano Cibin e Michela Favaro di Favaro mostrano con orgoglio lo stemma del Leone di San Marco. Scatenato lo speaker Stefano Garzara, che vuole a tutti i costi festeggiare con una vittoria il suo compleanno.
E poi ci sono i bambini scatenati alla ricerca degli autografi. Manuel Perugi di Camponogara, Marko Veselinovic di Mira, Silvia Masini di Marcon vengono accontentati da Dulkys, Goss, Ortner Jackson, Ceron e Ruzzier. Giacomo Levorato di Mira ha dimenticato il quadernino e si accontenta delle foto. Il tredicenne Sunukhee Calzavara di Mestre si fa “tatuare” la firma sulle due braccia. E Beatrice Lodi di Marghera preferisce restare al suo posto insieme a sua mamma Tiziana Scaranello.
Thomas Maschietto
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