I tifosi : «Forza Porto, risorgeremo»
PORTOGRUARO. Tira un'aria ferale in casa Portogruaro dopo la retrocessione in Seconda Divisione, campionato che i granata hanno lasciato nel 2008, quand'era ancora C/2. Per oggi alle ore 18 il direttore sportivo Giammario Specchia ha convocato una conferenza stampa allo stadio Mecchia, sui contenuti non si sa nulla, ma è prevedibile che l'intervento riguardi il futuro societario. Ieri Edoardo Busala ha comunicato l'annullamento della Team Cup, programmata per sabato 8 giugno, e che prevedeva un torneo di calcio sul prato del Mecchia con il coinvolgimento di tifosi e giocatori granata. Antonio Tarlà, acceso tifoso e promotore assieme a Francesco Chesi dell'azionariato popolare, commenta: «L'ho detto alla società, avrei comunque fatto il torneo sabato prossimo per dare un segnale di speranza. Per quanto riguarda la partita persa con la Tritium, la squadra ha buttato via il primo tempo, mentre nel secondo avrebbe meritato il pari». Il Porto era squadra da retrocessione? «Potevamo salvarci, anche se bisognava giocare in modo diverso, cercando di più le vie esterne. Madonna ha sbagliato qualcosa». E l'azionariato popolare? «La collina è diventata una montagna da scalare, ma possiamo farcela. I contatti sono già parecchi». Daniele Chiesurin (Portogruaro Club Pescosolido)non si dà pace: «Mancava veramente poco, anzi pochissimo per salvarsi. Ripenso a tanti episodi che ci sono costati moltissimo. La retrocessione è un brutto colpo, inatteso». Stefano Ongaro (Portogruaro Club Dino Mio): «Non mi sono piaciuti né le scelte di Madonna, né il rendimento di tutti i giovani arrivati in prestito, specialmente i sampdoriani. Una vera delusione. Ritenevo che il campionato dell'anno scorso fosse stato il più sofferto, mentre quest'anno confidavo in un torneo tranquillo. Non ho mai visto il Porto giocare a calcio così male». Antonio Michielon, 80 anni, segue il Porto da una vita: «La Tritium era più serena e determinata, il Porto aveva paura. Comunque a portieri invertiti si sarebbe salvato il Porto. La retrocessione ha radici più profonde, il ritorno dei playout è la goccia che ha fatto traboccare il vaso». «Retrocessione ingiusta, i nostri hanno spinto a tutta per vincere» dice Antonio Moras, «sul futuro societario sono poco informato, spero che il Porto continui ad avere una squadra di calcio, la domenica allo stadio è sempre un bel momento da vivere». Mario Moras non è un semplice tifoso, ma un sostenitore attivo della squadra: «Domenica dopo la partita siamo rimasti fino a tardi allo stadio con diversi giocatori ripensando a quanto accaduto. Nonostante le difficoltà eravamo riusciti a stare in piedi formando un gruppo molto unito». Intanto su Facebook fioccano commenti densi di rabbia per il campionato buttato via e per gli errori arbitrali nel doppio confronto con la Tritium.
Gianluca Rossitto
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