I piloti di un tempo e i ricordi di Eros Crivellari

Una famiglia cresciuta a “pane e auto”, il garage davanti alla stazione, sogni e trofei

MESTRE. Basta il cognome. Crivellari, a Mestre, vuol dire motori, auto, garage. Una famiglia di piloti, generazioni legate al rombo dei motori, alle Mille Miglia. Una storia che si apre all’inizio del XX° secolo, una storia raccontata da Eros Crivellari che, a 86 anni, si è dilettato a raccogliere gli scritti, foto e trofei di una vita in un libro singolare intitolato “Ai piloti di un tempo. Ricordi di Eros Crivellari”, a cura di Arnaldo Crivellari e Giorgio Zoccoletto, edito dal Centro Studi Storici di Mestre. Papà Ferruccio ha fondato l’omonimo garage che per decenni ha accolto auto davanti alla stazione ferroviaria: Nino, scomparso in un incidente nel 1959 all’autodromo di Monza, Eros (all’anagrafe Erasmo) e la sorella Iris sono cresciuti “a pane e motori”, come scrive Roberto Stevanato, presidente del Centro Studi Storici di Mestre. «Da anni raccoglievo i testi scritti, i ricordi di tante esperienze» spiega Eros Crivellari, «ma forse, senza la spinta del mio amico Francesco Gallorini, non avrei mai pubblicato un libro». Gallorini, oltre a essere stato vicepresidente del Bc Mestre ai tempi di Celada, è ancora il numero uno del Club Venezia Autostoriche. In copertina Eros Crivellari è al fianco della Ferrari 250 GT Tour de France. «L’ho acquistata negli anni Settanta, utilizzandola in gare storiche, ma anche in alcune gare rievocative come la Mille Miglia e a fine settembre abbiamo festeggiato l’anniversario».

Il libro si divide in tre parti. La prima, fotografica, con una cinquantina di foto in bianconero, una rassegna aperta dal capostipite Giuseppe Crivellari e chiusa da Eros Crivellari, alla guida della Ferrari 250 GT alla Coppa d’Oro delle Dolomiti del 1991. La seconda parte è la riproduzione dei scritti di Eros Crivellari, mentre la terza, ancora fotografica, ma a colori, riproduce i trofei vinti da Eros Crivellari nella sua lunghissima carriera. (m.c.)

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