I parà si lanciano in aiuto del campione

Simone Ranzato, portiere dei Black Lions e della Nazionale di wheelchair hockey riceverà oggi i soldi per la carrozzina
Di Gianluca Galzerano

MESTRE. Il parà, il bambino e il monsignore: non è il titolo di un romanzo, ma la sintesi di quanto accadrà oggi alle 11 alla Messa dell'Epifania. Grazie a monsignor Fausto Bonini, infatti, il Duomo di San Lorenzo sarà il prestigioso scenario dell'ennesima testimonianza di una generosità che, spesso inattesa, anche al tempo della crisi continua a legare assieme pezzi della società mestrina ipoteticamente molto distanti tra loro.

Simone Ranzato è il primo dei protagonisti di questa bella favola: 8 anni, sguardo vivace e talento da vendere, il ragazzino gioca portiere titolare della squadra dei Black Lions Venezia, il team di wheelchair hockey che a due anni dalla fondazione voluta da Polisportiva Terraglio e Uildm Venezia sta disputando quest'anno il massimo campionato nazionale, la Serie A1.

Wheelchair Hockey significa hockey su carrozzina: già, perché il piccolo Simone è affetto da una grave malattia degenerativa, la SMA, che gli impedisce di camminare, esattamente come tutti i suoi compagni di squadra. I riflessi di questo campioncino sono però quelli di un gatto, tanto da essersi guadagnato nel 2013 il titolo di miglior portiere alle finali nazionali di A2 e la convocazione con la Nazionale Italiana. Il problema è che la carrozzina su cui Simone si muove quotidianamente è la stessa con cui deve giocare, adattandola al meglio per proteggerla dagli urti che durante partite e allenamenti sono tanti e piuttosto duri: per assecondare il suo talento e ridurre i rischi di danni, serviva sostituire il mezzo con un modello costruito su misura per garantire più stabilità. Di fonte alla richiesta del cambio, l'Asl inizialmente aveva detto no, poi nì, infine sì, ma la cifra stanziata non era sufficiente a coprire la spesa e la famiglia proprio non ce la faceva a pagareo. E qui entrano in gioco don Bonini e il parà, anzi, i parà, tanti, oltre 40, tutti quelli iscritti alla sezione di Venezia dell'Associazione dei paracadutisti d'Italia (Anpdi). Sandro Forcolin, comandante della Folgore e presidente dell'associazione, spiega com'è nato il contatto: «Tutto merito di don Bonini, cui ci eravamo rivolti per destinare in modo sicuro una cifra raccolta tra noi associati», racconta Forcolin, paracadutista da una vita e tuttora attivo sui cieli veneziani come formatore e istruttore malgrado i 60 passati da un pezzo. «Quando ci ha detto di Simone, abbiamo subito sposato la causa, tassandoci per raddoppiare l'importo e raggiungere così i 2000 euro necessari per regalargli la sua nuova carrozzina».

Il lieto fine della storia questa mattina, al termine di una Messa molto particolare: «Entreremo in 12, tutti in divisa da lancio e con il paracadute sulla schiena», spiega Forcolin, «Dopo la nostra preghiera ufficiale, consegneremo l'assegno a Simone, poi il basco amaranto della Folgore a lui e a tutti i compagni di squadra, che diventeranno da quel momento paracadutisti ad honorem».

Ma il rito, quello militare, dovrà concludersi fuori, sul piazzale davanti al Duomo. "Tre urli a squarciagola e dieci flessioni a terra per dare il benvenuto ai nuovi parà».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia