I favoriti sbagliano strada, vince Faniel

Clamoroso errore a Mestre e vittoria italiana dopo 22 anni
VENEZIA. Un pizzico di fortuna che non guasta – unito a un clamoroso errore di percorso che ha messo fuorigioco il quartetto di testa, come ha riconosciuto anche l’organizzazione a fine gara – ha regalato al giovane azzurro Eyob Ghebrehiwet Faniel il successo alla trentaduesima edizione della Venicemarathon da quest’anno targata Huawei. Una vittoria caldeggiata nei giorni scorsi e che dopo ventidue anni (era il 1995 quando il bergamasco Danilo Goffi vinse sull’altro italiano Giacomo Leone), ha visto finalmente un atleta italiano interrompere il lunghissimo dominio africano.


Il venticinquenne maratoneta, nato all’Asmara ma naturalizzato italiano dal 2015, allenato da Ruggero Pertile e, tra l’altro, portacolori del Venicemarathon Club, società organizzatrice della manifestazione, ha chiuso la sua cavalcata vincente con il tempo di 2h 12’16”, migliorando così di oltre tre minuti il suo precedente personale ottenuto l’anno scorso a Firenze con 2h15’23”.


Alla vigilia in pochi avrebbero scommesso sulla vittoria di Faniel, visto il solito “esercito” di africani schierati a caccia di successo e soprattutto di montepremi (seimila euro al vincitore). Questa volta, però, gli africani e in particolare Shami Dawud, Kippkemei Mutai, Gilbert Chumba e David Metto che hanno condotto la gara sempre in testa per circa venticinque chilometri, sono “incappati” in un clamoroso errore che li ha portati a sbagliare percorso. Si trovavano più o meno verso il tratto finale che immetteva Marghera verso Mestre. Nella zona del sottopassaggio pedonale hanno imboccato la strada sbagliata e sono stati costretti a tornare indietro allungando di circa 700-800 metri il loro percorso e perdendo almeno due minuti oltre che il ritmo. A quel punto Faniel – che procedeva staccato di circa un minuto – si è trovato in testa assieme ad un paio di lepri e all’eritreo Chumba. Affiancato e seguito in bicicletta come un’ombra dal suo allenatore Pertile che l’ha informato subito della “ghiotta” occasione venuta a crearsi, Faniel ha iniziato a macinare chilometri con grande padronanza e senza preoccuparsi dell’accaduto. A un certo punto ha accelerato e salutato la prima lepre che gli ha sorriso facendogli capire che aveva la grande opportunità di vincere la gara. Un’occhiata al cronometro e una mano per prendere al volo una borraccia all’interno del parco di San Giuliano a Mestre, dove ha prima staccato Chumba e dopo salutato la seconda lepre facendogli con la mano il gesto di ok e grazie per l’aiuto. Tutto il ponte della Libertà in perfetta solitudine e sempre con Pertile al suo fianco. A un certo punto con una certa spavalderia ha alzato una mano coprendo gli occhi per vedere in lontananza la zona d’arrivo. Nel frattempo degli sfortunati africani, il solo Chumba riusciva in qualche modo a continuare la corsa cercando di riacciuffare Faniel. Non c’è stato nulla da fare: l’azzurro è andato via come un treno e ha superato i 13 ponti senza mai dare segni di cedimento. Un passo elegante, agile e si è presentato sotto lo striscione d’arrivo in Riva Sette Martiri chiudendo vittoriosamente e girandosi per indicare con il dito anche il suo allenatore Pertile come covincitore. Secondo a tagliare il traguardo l’eritreo Mussa e il povero Chumba quasi sicuro di chiudere al terzo posto allargando le braccia a mo’ di aeroplanino non si accorge che al suo fianco spunta il marocchino Bamaarouf, che lo beffa portandogli via anche la soddisfazione del podio. Tra le donne vittoria della keniota Sule Gedo, sempre in testa assieme a Prisca Cherono, vincitrice della scorsa edizione. La Gedo ha chiuso in 2h29’05” ottenendo anche lei il nuovo personale migliorato di circa cinque minuti e togliendo la soddisfazione alla Cherono della doppietta, impresa riuscita negli anni solo all’azzurra Emma Scaunich e all’altra keniota Cheruyiot.


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