«Ho corso contro il male e sento di aver vinto»

Atletica. Francesco Seno racconta la sua “10 chilometri” di otto giorni fa Portacolori della Brema Running, in settembre operato per un tumore al rene

MARTELLAGO. «Ho avuto paura in questi mesi. Paura di non farcela, paura del male, paura di perdere tutto. Ma ho imparato a pensare positivo, a tenere duro, a non mollare. E con le mie gambe la settimana scorsa ho corso gli ultimi dieci chilometri del tracciato della Venicemarathon, partendo dal Parco San Giuliano e arrivando in Riva Sette Martiri a Venezia. Un percorso unico al mondo, lo splendido giro d’onore in Piazza San Marco e l’arrivo tra due ali di folla. Il tutto con un unico pensiero: esorcizzare quel maledetto “mostro” che per 40 giorni ha radicalmente cambiato la mia vita».

Le parole sono quelle di Francesco Seno, 42 anni, martellacense doc, tecnico audiometrista, portacolori del Brema Running Team. Lui ha vinto una partita importante, la più difficile. «Alla fine di agosto ho scoperto casualmente di avere un tumore al rene» racconta «all’inizio sembrava più un dolore banale, percepito più come una botta intercostale. Ma i dolori sono aumentati progressivamente, cosi decido di entrare in ospedale, al San Giovanni e Paolo di Venezia. Dai controlli emerge una situazione diversa e terribile. Si tratta in realtà di un tumore al rene sinistro». Francesco prende fiato e continua «Mi sono sentito frastornato, tutto che mi gira intorno. Mi ricoverano d’urgenza il 7 settembre, il giorno dopo entro in sala operatoria. Ho avuto molta paura ho pensato di non farcela. Poi guardando a quante persone stavano peggio di me ho reagito».

Con la speranza è tornato il sorriso. «Devo dire grazie alla mia famiglia, mia moglie e mio figlio, i miei amici, il dottor Milani, un maestro di professionalità e di umanità a cui debbo molto. E poi tutto il reparto e tutte le persone professionali che ho incontrato, medici, infermieri. Con tutti ho avuto momenti veri e di profonda umanità, un’esperienza profonda sul significato della vita, dell’affetto, dell’amicizia e sui valori che contano. Nessuno nasce pronto per affrontare un tumore, ci si deve allenare come una maratona. Cosi è stato per me dopo l’intervento, affrontando i dieci chilometri di domenica scorsa, con tutta la mia volontà di arrivare al traguardo».

 

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