Gli atleti paralimpici festeggiati dalla Terraglio

Bebe Vio: «A Rio non ho saputo controllare le emozioni». Pancalli: «Contageremo il mondo»
Agenzia Candussi, giornalista Bianchi. Festa dello sport paralimpico veneto, presso polisportiva Terraglio Mestre.
Agenzia Candussi, giornalista Bianchi. Festa dello sport paralimpico veneto, presso polisportiva Terraglio Mestre.

MESTRE. L’eco delle imprese degli atleti paralimpici veneti a Rio de Janeiro non si è per nulla affievolito, e a celebrarli ancora una volta ci ha pensato il Comitato paralimpico regionale con una grande festa ieri pomeriggio alla Polisportiva Terraglio.

Questo lo spirito di “ValoRiosi campioni”, l’iniziativa nata grazie al supporto del Comitato italiano paralimpico, della Regione e della stessa Polisportiva Terraglio. Sul palco, realizzato nella palestra principale del centro sportivo sono saliti tanti protagonisti delle Paralimpiadi brasiliane. In primis Beatrice “Bebe” Vio, oro e bronzo nella scherma, ma al suo fianco ci sono stati anche l’eterna Francesca Porcellato (due bronzi nella handbike), quindi Francesco Bettella (argento nel nuoto nei 100 e 50 dorso), Michele Ferrarin (argento nel paratriathlon), quindi Andrea Borgato e Michela Brunelli (tennis tavolo), Marta Zanetti (vela), Nadia Fario (tiro a segno) e Xenia Francesca Palazzo (nuoto). Assenti giustificati Alvise De Vidi (bronzo nei 400 metri di atletica) bloccato da una influenza e Alex Zanardi (oro nell’handbike a cronometro e a squadre su strada) impegnato a Roma per i festeggiamenti del suo 50º compleanno.

Una occasione per ricordare le grandi gesta di questi atleti, che il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, ha riassunto così.

«Un grazie va a chi organizza eventi come questo, perché si va a riconoscere ancora una volta la straordinarietà di questi atleti che stanno onorando il nostro movimento. Il paralimpismo è consapevole che dobbiamo contagiare il mondo». Sul palco Moreno Morello ha dato spettacolo coinvolgendo gli atleti e tutti i presenti, e Bebe Vio ha riassunto in poche parole le emozioni di Rio de Janeiro: «Si è visto bene che non le so controllare, non riuscivo a stare ferma dopo le medaglie conquistate in pedana. Quelle olimpiche credo siano le emozioni più belle della vita, anche se non ho ancora avuto un figlio e quindi non so fare un paragone. Di sicuro a Rio continuavo a piangere per le emozioni: durante la cerimonia di apertura, quella di chiusura e dopo i successi. Indimenticabile, ma un grande ringraziamento va alla mia famiglia e a tutti coloro che mi stanno vicino».

Una festa nella quale Carlo Durante, maratoneta ipovedente, ha annunciato che quella odierna a Venezia sarà la sua centesima e ultima maratona, mentre la chiusura è stata dedicata alla presentazione del libro di Alberto Zuccato sui 60 anni di paralimpismo veneto. Un moviento, quello paralimpico, che non tradisce mai, che cresce in Veneto e in Italia e che continua a dare grandissime soddisfazioni.

Simone Bianchi

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